QUANDO LA MATEMATICA È UN'OPINIONE
La matematica non è un opinione. O forse sì, visto che - almeno in questo caso - neanche i puri calcoli scientifici sembrano in grado di placare gli animi. Surriscaldati, annoiati e scossi probabilmente oltre il limite consentito. Perché il malumore crescente (comunque costante in gran parte della stagione) si è fatto talmente ingombrante che anche la matematica - appunto - alla fine si mostra per quello che è: un semplice placebo. Una parola utile a descrivere quello che difficilmente potrà essere il futuro (del prossimo mese), ma che allo stesso tempo non nasconde i problemi venuti fuori in una stagione deludente.
Pantaleo Corvino c'ha provato. "Non scordiamoci i punti fatti fino a questo momento che ci tengono matematicamente ancora in corsa per l'Europa". Vero, verissimo. Poi però c'è altro, molto altro. Perché la rosa, il monte ingaggi, ma soprattutto le dichiarazioni in quel di Moena da parte dei vertici, dovevano far pensare ad altro. Ad una lotta per l'Europa - casomai - da protagonista. E non un percorso ad ostacoli, vertiginoso, di fronte al quale spesso la Fiorentina si è ritrovata inerme.
Perché se i viola, a quattro giornate dalla fine, sono ancora "in corsa" per il sesto posto, lo devono - oltre che a sporadici sussulti d'orgoglio - soprattutto ai disastri di Milan e Inter che stanno ancora facendo a gara per vincere la palma di miglior delusione del 2017. E se aggiungiamo le stilettate interne alla società, un matrimonio con Sousa ormai logoro da mesi e l'incertezza sul futuro (al di là delle dichiarazioni), ecco che le manifestazioni di dissenso da parte di una fetta della tifoseria appaiono quantomeno scontate.