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QUESTA NON PUO' ESSERE LA FIORENTINA

di Sonia Anichini

Che partitaccia! Sarebbe il commento sintetico per la partita contro la Lazio. E’ stata una settimana intensa, vissuta sui nervi dove però la rabbia non è stata sfruttata a dovere. Da una parte la contestazione civile e doverosa di tutto il popolo viola, che ha disertato gli spalti nei primi dieci minuti della partita, per far veder al mondo intero che vuole essere rispettato. La presenza, a confermare che non saranno mai lasciati soli, l’hanno data lo sciame “di vespe” che hanno accompagnato la squadra dal ritiro alla stadio, in un corteo rumoroso e caloroso come solo i fiorentini sanno essere. Questo era il messaggio dei tifosi: noi ci siamo e lotteremo con voi.

La squadra, invece di incamerare questa energia, si è spenta su se stessa non ha tirato fuori l’orgoglio o gli attributi se si vuole essere più concreti. Sembravano spaventati ed insicuri, in balia di una Lazio che avrebbe benissimo potuto fare diversi gol, se fosse stata più precisa. Va bene che mancavano i giocatori più importanti del centrocampo, coloro che creano il gioco, ma in campo sono scesi undici uomini avvezzi al campionato, non la Primavera come qualcuno minacciava di voler schierare contro “il potere”.

E’ un rammarico sentito, quello che proviamo dopo aver visto questa gara e la condizione dei nostri calciatori. La difesa continua a ballare e a fare errori banali, Joaquin e Cuadrado sulle fasce, pur scambiandosi le posizioni, non sono mai stati pericolosi. Il colombiano è andato certo meglio ma non in maniera determinante. Aquilani ha fatto il compitino, ma non è riuscito a prendere per mano la squadra in quella che doveva, e poteva, essere la rimonta, visto che i laziali hanno segnato dopo pochi minuti dal fischio d’inizio.  In attacco le incognite cominciano ad essere preoccupanti: se da una parte Gomez è ancora lontanissimo dalla forma, e chissà quando potremo godere del suo ritrovamento, Matri continua ad incespicare su se stesso e ad essere inconcludente. Visione catastrofica? No, la fiducia in questo gruppo rimane tanta, ma ieri sera si sperava in un incontro di tutt’altro livello. Sarebbe letale pensare che, dentro il gruppo e dopo gli ultimi avvenimenti, si possa insinuare il virus del “tanto non vinceremo mai niente perché lassù ci odiano”. Proviamo a fare ognuno il proprio dovere e forse ci piangeremo meno addosso. Il modo di far capire agli altri che non molleremo mai, i calciatori lo devono dimostrare con quello che sanno fare meglio e cioè giocare da campioni, come sono tanti degli uomini che vestono la casacca viola. Abbiamo perso, oltre alla partita, un’ennesima occasione di avvicinare il Napoli e il trittico, tanto atteso e in arrivo, non può essere affrontato in queste condizioni. Raccogliamo le forze, in questa settimana di lavoro, e proviamo a voltare pagina.

 

 

La Signora in viola