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RAI, Ci mancava solo il "minibreak"...

di Stefano Borgi

Ci mancava solo il "minibreak"... Non bastavano i tornelli, le tessere del tifoso, gli anticipi e i posticipi. E poi la crisi, la grande offerta televisiva, la violenza negli stadi. E ancora: "...ci vuole la moviola in campo", "...e tanto è già tutto deciso..." e bla, e bla, e ribla. Adesso c'è un nuovo spauracchio che spaventa il popolo del calcio: il "minibreak". Chi ha visto la nazionale ieri sera, sa di cosa sto parlando. Correva il 59' di Estonia-Italia, con i modesti estoni in vantaggio per 1-0. Italia in forcing (seppur sterile) e Pirlo che si avvia a battere un calcio d'angolo. Inutile ricordare come nel calcio di oggi (così recitano le statistiche), il 75% dei gol venga a seguito di un calcio piazzato. Ergo, in quel momento, si andava dipanando una potenziale azione da rete. Tutto questo, però, non è servito. Il commentatore RAI, fuorviato dal dio denaro e da diktat contrattuali inderogabili, cosa fa? Ordina il "minibreak"...pubblicitario. "E va beh, cosa sarà mai, un calcio d'angolo...non hanno fatto gol in 58 minuti, vuoi che lo facciano al 59'?", avranno esclamato in via Teulada. Detto, fatto...Pirlo calcia da destra, Cassano incorna per l'1-1 provvisorio, e tanti saluti all'orgasmo da esultanza. Inutile raccontare, al ritorno in presa diretta, l'imbarazzo dell'improvvido commentatore che cerca inutilmente di salvarsi (anche lui) in calcio d'angolo, simulando un entusiasmo postumo assolutamente irreale. Qualcuno potrà dire: era l'Estonia mica la finale della Coppa del mondo, che mai sarà successo. Niente, ci mancherebbe altro. Stamani, infatti, l'Italia è ripartita, la gente è andata al mare, qualcuno è persino andato a lavorare. E molti di questi, a gennaio, pagheranno addirittura il canone. Tutto a posto, tutto regolare. L'Italia del calcio, però, riparte da una certezza: il minibreak...e arriva quando meno te lo aspetti. Si salvi chi può!!!