.

REDIVIVO

di Tommaso Loreto

Contro il Chievo, una decina di giorni fa, sembrava che i più avessero perso la pazienza. Quota dieci gare in viola e un desolante zero nella casella delle realizzazioni. Firenze aveva a lungo atteso Amauri, più o meno tutto gennaio, e successivamente i suoi gol senza che quest'ultima aspettativa potesse realizzarsi. E così pure qualche frizione si era instillata nel rapporto tra la tifoseria e il centravanti ex Juventus.

Colpa di uno sguardo un po' troppo torvo, e forse anche di qualche parolina sussurrata tra i denti che, di certo, stonava con la partenza per il ritiro viareggino (a cinque stelle) post Juve. Poi, come detto, anche l'ennesima prestazione senza reti, e una sconfitta inopinata che aveva ulteriormente depresso un ambiente già sull'orlo di una crisi di nervi.

Nel mezzo anche un infortunio che, si diceva, lo avrebbe messo ko nel match di San Siro. Poi la visita di ADV, le parole del patron, e la voglia di esserci comunque. Amauri si è ritrovato così su una catapulta, e dai mugugni di domenica scorsa, si è ritrovato sui piedi il pallone d'oro che è valso i tre punti contro il Milan. Bellezza, e cinismo, del calcio. Soprattutto quando il tuo gol aiuta coloro che in te non credevano più (leggi Juve di Conte).

Per Amauri, la strada verso una riconferma in viola è ancora lunga e probabilmente in salita. Perchè, al di là del centro da tre punti di sabato, c'è ancora molto da dimostrare prima di pensare di ripartire, il prossimo anno, con l'italo-brasiliano davanti. Ma di certo sfatato il tabù il finale di stagione potrebbe dipingersi di tinte diverse da quelle ipotizzate fino a qualche giorno fa. D'altro canto, potrebbe essere stato anche lo sblocco definitivo. E già mercoledì sera, contro il Palermo, Amauri sarà un ex. Hai visto mai...


Altre notizie
PUBBLICITÀ