REINVESTIRE... O NO?
C'è poco da stupirsi. Nel senso che subito dopo Natale la pioggia di nomi e suggestioni del mercato è quanto di più rituale. Ed è, di fatto, anche abituale che gran parte dei nomi più importanti della Fiorentina finiscano sulla bocca di tutti. Kalinic nel mirino dei cinesi di Fabio Cannavaro, Milan Badelj a metà strada tra i corteggiamenti di Montella e quelli dell'Inter, e poi ancora Bernardeschi per il quale si starebbe già muovendo persino il PSG o Paulo Sousa già candidato a un ruolo di primo piano per il dopo Allegri.
La verità è che il mercato deve ancora entrare nel vivo, e molto di cui si discute oggi resta soprattutto a livello teorico. Trionfano i se e i ma, e stilare previsioni su quello che potrà accadere anche alla Fiorentina non è semplice. D'altronde è proprio da determinate offerte (per l'appunto ad oggi solo teoriche) che potrebbero arrivare disponibilità per Corvino onde tornare sul mercato e ritoccare la squadra. In fondo, reinvestire i soldi incassati per le eventuali partenze di uno tra Kalinic e Badelj, per esempio, sembrerebbe il logico principio che il tifoso si aspetta dalla Fiorentina.
Invece, ormai da tre finestre di mercato, cifre incassate e aspettative dei sostenitori si ritrovano lontane. Opposte, per così dire. Quasi che gli auspicati investimenti non fossero poi in realtà avvenuti a fronte di partenze del tutto reali (Cuadrado o Alonso solo per citare chi è partito destinazione Londra) che hanno certamente indebolito la squadra. E allora, davanti alla partenza di un Kalinic o di un Badelj, la Fiorentina reinvestirà quei soldi o li sacrificherà (di nuovo) sull'altare del bilancio?
E' questo quello che tutti si chiedono, è questo il vero nodo dell'intera vicenda e il dilemma da inseguire per tutti i giorni del prossimo e imminente mese di gennaio. Nel quale, stando a quanto trapelato negli ultimi tempi, la Fiorentina si presenterà di nuovo con la calcolatrice in mano.... Tanto che la fiducia che fino a qualche anno fa non era mai venuta meno, oggi vacilla di fronte alle ultime finestre di mercato particolarmente dolorose per i non amanti delle plusvalenze.