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RESTYLING FRANCHI, TIMORI E REAZIONI

di Luciana Magistrato

Stupore? Neanche tanto. Che la gara per l'assegnazione dei lavori di restyling dello stadio Franchi andasse deserta era anzi una delle ipotesi più plausibili visto quanto successo con il finanziamento. Troppe le incertezze sui confini dei lavori possibili alla luce dei 55 milioni del Pnrr decurtati dalla cifra stanziata inizialmente accordata da un decreto interministeriale dell'aprile 2022. In pratica il piano B era già pronto alla luce di queste turbative (non da ultimo il ricorso dei Nervi), ecco perché dal Comune, pur prendendo atto negativamente del fatto che nessuna impresa abbia partecipato, non sembra esserci disperazione. Dopo il comunicato, il sindaco non ha voluto commentare ulteriormente ma fa sapere che dal Comune si sta lavorando per mantenere i tempi e si concentra sulla nuova road map con l'assegnazione diretta del progetto esecutivo ad Arup (possibilità prevista dal bando comunque) con inizio dei lavori (oggetto di una nuova gara) sempre per fine dicembre vista la tempistica da rispettare per via del Pnrr (fine 2026).

Certo, il timore è che anche la nuova gara vada deserta o che non si riescano a rispettare i tempi e salti tutto, come qualcuno ipotizza. Con buona pace dei 135 milioni circa (90 più il 30% di rivalutazione) che andrebbero persi. La Fiorentina per ora tace (chissà che non parli il dg Barone durante il premio Maestrelli) ma la sensazione è che ci sia incredulità di fronte al fatto che nessuna impresa abbia risposto presente. D'altronde non sarebbe neanche la prima volta, visto che anche quello relativo allo stadio alla Mercafir andò deserto. Insomma un surplus di burocrazia che scoraggia i pretendenti a quanto pare, anche se in questo caso è proprio la cifra scorporata di 55 milioni a essere determinante.

Proprio per questo definanziamento sulla quota Pnrr, un danno non indifferente per il Comune vista la procedura regolare e tutti i parametri rispettati per ottenere il finanziamento che era stato accordato da due ministeri, ora l'amministrazione, attraverso il ricorso al Tar, cerca di ottenere oltre appunto ai danni patiti e di cui la mancata partecipazione al bando da parte delle imprese è una conseguenza.