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REVENGE

di Tommaso Loreto

RIVINCITA - Grida vendetta. Se non proprio quella Coppa dalla forma particolare, l'opportunità di giocarsela. La magia di una notte da campioni in una finalissima europea. Una finalissima che la Fiorentina ha soltanto accarezzato quando un maledetto calcio di rigore è finito troppo alto sulla traversa. Un peccato mortale, dopo 180 minuti insostenibili per il non-gioco scozzese. Vendetta, appunto, tremenda vendetta. Con la rabbia e la voglia di chi non snobba per niente l'opportunità di alzare al cielo una coppa così pesante. Anche di fronte a chi, invece, sembrerebbe volerla snobbare, questa Coppa Uefa.

 

L'INIZIO - Eppure, soltanto i vicini ricordi della passata edizione fanno battere il cuore. I primi passi nel freddo olandese di Groningen, il primo gol europeo dell'era Della Valle firmato da Semioli. E l'ultimo calcio di rigore di Mutu, cucchiaio giusto per gradire, a sancire l'ingresso nel girone. Di lì le trasferte di nuovo a spasso per il vecchio continente. Roba che a Firenze non la si viveva dalla metà degli anni novanta. Come dire una vita fa...E allora ti ricordi del gioco al "Madrigal" contro il Villareal, dove al novantesimo il pareggio contrastava con il gol di Vieri e forse andava pure stretto. O del vantaggio momentaneo, firmato Osvaldo, ad Atene contro l'AEK, senza certo dimenticare la goleada all'Elfsborg, con l'aggiunta del fiorentino Di Carmine in delirio sotto la Fiesole, e la certezza del pass contro i cechi del Mlada Boleslav, che in tanti nemmeno pronunciavano.

 

IL CAMMINO - E con il passare delle partite la forza della Fiorentina che cresceva. Il primo ostacolo, si disse, non era poi così leggero. Il Rosenborg, del resto, vantava svariate presenze in Champions, figuriamoci in Uefa. Gente d'esperienza europea, insomma... Ma di che. Un quarto d'ora di gioco e Mutu che gela tutti nel freddo di Norvegia. E al ritorno oltre a Liverani persino il "passante" Cacìa si tolse lo sfizio di segnare. Poi l'Everton, e a tratti Firenze tremò. Non tanto nel delirio dell'andata, quando fra Kuzmanovic e Montolivo fu un tiro al piattello, quanto al ritorno dove gli inglesi arrivavano da tutte le parti, e alla fine solo un super Frey regalerà, ai rigori, il passaggio al turno. Ma la vera festa fu con il Psv Eindhoven. Quelli delle lampadine, per intendersi.

 

VERA GLORIA - A Firenze ci pensò Mutu, a incendiare il Franchi, ma fu gioia breve. Di nemmeno sette minuti. Certo, a rivederla oggi, con una gara come quella disputata nei Paesi Bassi, si poteva persino perdere. In casa. Lontano da Firenze, la Fiorentina insegnò calcio. In diretta europea. E lo fece pennellando due gol pesanti come macigni gentilmente offerti dalla ditta "Briliantul Mutu". Fu vera gloria. Soltanto offuscata da quel nulla che la muraglia scozzese riuscì a erigere per imbrigliare la Fiorentina. E, alla fine, l'esito è stato fin troppo amaro. Tanto amaro da pretendere la meritata vendetta.