RIECCO DI BIAGIO: CIÒ CHE POTEVA ESSERE E (PER FORTUNA) NON È STATO
E pensare che da inizio gennaio sulla panchina della Fiorentina poteva esserci Gigi Di Biagio, l’allenatore contro il quale i viola concluderanno la loro travagliatissima stagione, riscattata in parte con un finale in crescendo. Nel casting che Rocco Commisso stava facendo nelle ore successive all’esonero di Montella c’era infatti anche il nome dell’attuale tecnico della Spal, che dopo essersi messo alle spalle l’avventura con l’Under-21 (conclusasi con scarsi risultati e con tante critiche, specie dopo il modesto Europeo in estate con una delle Nazionali azzurre più forti di sempre) aveva finalmente voglia di confrontarsi con la panchina di un club. Il patron viola ci aveva pensato, da sempre molto legato all’ambiente del club Italia al punto tale da avere avuto spesso come riferimento il punto di vista del ct Roberto Mancini, il cui figlio Andrea ha lavorato nell’ultimo anno della squadra mercato di Daniele Pradè dopo essere stato anche giocatore dei New York Cosmos. Era stato infatti lo stesso commissario tecnico a suggerire alla Fiorentina la scelta di Di Biagio, in cerca di riscatto dopo mesi difficili e voglioso di dare una svolta alla sua carriera in una piazza ambiziosa come Firenze.
Alla fine, tuttavia, prevalse la logica della concretezza e dell’usato sicuro: tanto il ds quanto il dt Dainelli infatti caldeggiarono l’arrivo di Beppe Iachini sulla panchina viola, una scelta a posteriori azzeccata che in virtù del buon rendimento della Fiorentina nella seconda parte di stagione è valsa all’allenatore ascolano la conferma anche per il 2020/21. Non ha dovuto invece attendere troppo Di Biagio per trovare una panchina: dopo l’addio (forse un po’ troppo prematuro) a Leo Semplici nello scorso febbraio, la Spal ormai con un piede nel baratro decise infatti di affidarsi proprio all’ex centrocampista di Roma e Inter, i cui risultati tuttavia sono stati a dir poco deludenti: in 14 partite giocate dai ferraresi dal 10 febbraio a oggi, Petagna e compagni hanno ottenuto appena 5 punti (una media di 0,35 lunghezze a partita), con appena una vittoria, due pareggi e ben undici sconfitte. Non buono anche il dato in fatto di gol: sono stati in tutti 9 quelli segnati dall’attacco spallino mentre le reti subìte sono state nel complesso 34 (quasi 2,5 a partita). La speranza della Fiorentina, dopo la festa nello spogliatoio per la conferma di Iachini e la bella cena di ieri sulle colline di Fiesole, è di chiudere al meglio una stagione mettendo anche una pietra sopra su quello che poteva essere. E che per fortuna, a questo punto, non è stato.