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di Alessio Del Lungo

L'urlo di Nikola Milenkovic ieri sera al 98' di Fiorentina-Genoa è l'immagine perfetta della stagione che sta vivendo la squadra viola. Il gol del pareggio a tempo scaduto può segnare veramente la svolta in un anno finora tormentato da cattivi pensieri e spettri di una possibile retrocessione che sono cominciati ad aleggiare già prima della decima giornata di campionato, segno di un ambiente poco sereno che sta soffrendo oltre misura i risultati negativi che stanno maturando. Nessuno, guardando la qualità tecnica della rosa della Fiorentina, la inserirebbe nella posizione di classifica nella quale si trova, sintomo di fiducia in un organico dalle potenzialità ancora inespresse, ma che con una sconfitta si sarebbe trovato coinvolto nella lotta salvezza pur essendo ancora prestissimo per poter trarre delle conclusioni.

Il primo tempo ha visto una squadra molle, contratta, sfiduciata, ma soprattutto impaurita. Il possesso palla era sterile, la palla circolava lentamente da destra a sinistra e viceversa con poche verticalizzazioni ed il Genoa, venuto al Franchi per strappare un punto, riusciva senza troppe difficoltà a chiudere le linee di passaggio. Anche Ribery sta vivendo un periodo particolare e lo si nota quando decide di puntare l'uomo o di fare l'assist al compagno perché la scelta è sempre sbagliata e le giocate non riescono neppure a lui che è un campionissimo affermato.

Nel secondo tempo si sono visti invece un po' di progressi con una squadra che ha velocizzato il proprio ritmo, ha osato un po' di più, ha concluso verso la porta o quantomeno ha provato a farlo. Oltre al gol annullato a Bonaventura, su cui persistono grandi dubbi, ci sono state minimo altre tre palle gol non sfruttate. All'89' il gol di Pjaca, ex spesso fischiato e criticato dai tifosi viola, sapeva di beffa ed avrebbe fatto cadere a terra persino un elefante, ma la squadra di Prandelli, spalle al muro, ha mostrato carattere forse per la prima volta in questa stagione. Il gol di Milenkovic arriva al terzo tentativo nella solita azione con rabbia, grinta e voglia di invertire il trend del gol mancante che durava da troppo tempo. La verità è che questa Fiorentina deve scrollarsi di dosso le paure e cominciare a giocare spensierata e libera mentalmente. Nel finale ci è riuscita e deve ripartire da lì. Che sia un segnale per il futuro?