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RISCATTO E FAME, ECCO IL NUOVO KEAN

di Luciana Magistrato

Due gol in campionato e tre gol in Conference, passando per la Nazionale e il gol contro Israele. L'avvio di stagione è sicuramente all'insegna di Moise Kean, passato dallo 0 nella casella dei gol nella passata (e travagliata) stagione alla Juve ai sei gol complessivi di questi due mesi scarsi con la maglia viola. Una scelta, quella della Fiorentina, che lo sta ampiamente ripagando e che lo rende protagonista assoluto della squadra viola. Entrato dopo il primo quarto d'ora della ripresa è stato soprattutto lui a dare la svolta in positivo alla partita. Un giocatore dunque ritrovato e di cui può beneficiare anche Spalletti in Nazionale (la sua convocazione dovrebbe essere scontata anche per le prossime due gare di Nations League).

Eppure la sensazione è che possa essere ancora più prolifico, come hanno sottolineato sia lui che Palladino nel dopo gara: “Sta dimostrando il suo valore che è grande, dal punto di vista tecnico e umano - è stato il commento del tecnico - è un grande professionista e un ragazzo straordinario. Si sta sacrificando dal primo giorno per questa maglia. Può essere ancora più concreto in area: è l’ultimo step che gli manca. Ma come lui tutti gli attaccanti oggi hanno fatto una grande prestazione".

Ma è soprattutto l'auto-critica che si fa l'attaccante stesso che colpisce e che dà il segnale di un Kean affamato di gol e di riscatto, che non vuole accontentarsi e che ha consapevolezza di aver sbagliato un gol che avrebbe fatto anche suo figlio, come ammette: "Tre partite in Conference e tre gol? Stavo per fare anche la quarta ma ho avuto un po' di sfiga: quel gol lo avrebbe fatto anche mio figlio. Era comunque importante trovare la vittoria e uscire con i tre punti".