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RITIRI E ALLENATORI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

di Luciana Magistrato

"Tecnici sull'orlo di una crisi di nervi". Il film di Almodovar parla di donne in realtà ma alla Fiorentina sono gli allenatori a rischiare i nervi. Montella infatti difende a spada tratta una squadra che, pur seguendolo, ha raccolto un punto in cinque partite (compresa una semifinale di Coppa intorno alla quale ruotava tutta la stagione) ma non ha saputo trovarle ancora il bandolo della matassa, pur vedendo, oggi, miglioramenti rispetto alla gara con il Sassuolo. Lo seguirà pure, insomma, ma i risultati non arrivano. Colpa dell'allenatore? No di certo, i problemi vengono da lontano e Montella - arrivato a cose ormai pregiudicate -  non c'entra nulla ma di certo non ha dato la scossa alla squadra che lui stesso e la società si aspettavano con il suo arrivo (squadra ferma a Pioli, viene invece da pensare). E allora, che si fa, si va in ritiro? Assolutamente no e all'ennesima domanda Montella, fuori microfoni ma comunque mentre usciva dalla sala stampa, sbotta: "Avete rotto i c... con questo ritiro", dice, visto che a più riprese oggi gliene era stato chiesto conto e alla fine ci ha rimesso l'ultimo a chiederglielo in ordine di tempo.

"Lavoro" è la sola parola ripetuta all'infinito da un Montella che sorride forzatamente ma nervoso (e in quel frangente anche poco educato), per il quale in ritiro i giocatori, in un mondo ormai malato di tecnologia, sarebbero comunque soli, a "spippolare" sul telefono o sulla play station, e non in gruppo: "il ritiro andava bene 10 anni fa quando non c’erano pc e smartphone, quando si poteva stare insieme e si giocava a carte o biliardo, mentre oggi è controproducente perché servirebbe solo per stare da soli" la sua spiegazione infatti. Dipende dai punti di vista, il "lavoro" nel chiuso del centro sportivo finora non ha dato i frutti sperati, chissà che portare tutti in ritiro fuori Firenze non sia invece provvidenziale.

A volte nel calcio, anche se non è automatico, il ritiro aiuta a staccare dal solito ambiente depresso e arrabbiato (i giocatori si chiuderanno comunque in casa, per il buon gusto di stare lontani da discoteche e locali) e dalla routine, per ritrovare la serenità e allontanarsi dalla negatività citate anche dallo stesso Montella che non manca mai di dire che "il clima che c'è a Firenze non aiuta". E certe iniziative potrebbe imporle la società con un po' di polso, magari creando dei momenti insieme in cui togliere anche il cellulare, ma ormai la Fiorentina (e lo stesso tecnico che valuta ormai i giocatori in funzione della prossima stagione) sembra solo aspettare la parola fine, senza che venga mai presa una decisione che rappresenti una soluzione concreta, anche per il timore di sbagliare in una situazione già delicata.