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RITORNO ALLE ORIGINI

di Andrea Giannattasio

Genovese di nascita, fiorentino d’adozione. Ma soprattutto di tifo. Strana la vita del giovane Federico Chiesa, nato all’ombra della Lanterna a pochi passi dal porto ma cresciuto con l’amore per il colore viola nel sangue. Un binomio, quello tosco-ligure, che l’esterno della Fiorentina custodisce ancora gelosamente in ogni sua azione quotidiana, perfino nel suo parlato, sia quando confessa con quella “é” chiusa e stretta come ogni mulattiera di mare di essere al “cénto per cénto” e pronto per partire dal 1’ sia quando, con quella “c” strascicata e spontanea propria di ogni fiorentino, si risente alla sola ipotesi che la sua squadra non abbia la forza di credere al sesto posto. Un piccolo cosmopolita nel suo genere, un genovese di Via del Campo con una finestra che si affaccia su Ponte Vecchio.

Ecco perché quella di domenica sarà senza dubbio una gara speciale per Federico Chiesa, un cognome che in passato dalle parti del Ferraris è risuonato tantissime volte (ventitré, per la precisione) e che i tifosi viola si augurano di vedere impresso sul tabellone dei marcatori già nel prossimo week-end. Per Fede, del resto, quella contro la squadra di Giampaolo sarà la prima apparizione in assoluto sul campo di Marassi, visto che a dicembre contro il Genoa l’esterno viola rimase in panchina per tutti e 60’ (era il recupero della 3a di campionato), assistendo impotente al dramma sportivo dei suoi compagni, piegati dalla rete di Lazovic e dalla mitologica tattica di Sousa. Un motivo in più per organizzare la propria rivincita al cospetto di quella che sarebbe potuta essere la sua squadra del cuore ma soprattutto per prepararsi alla possibile convocazione del ct Ventura di domenica sera, quando Chiesa potrebbe varcare le porte di Coverciano per partecipare al raduno dei giovani emergenti.