RITROVARE SÉ STESSI
Cominciato da poco il ritiro c’è da augurarsi che in casa viola si ritrovi presto la via della compattezza. Perché se è lecito pensare che la società sia interamente concentrata sui problemi da risolvere è altrettanto evidente come in campo la squadra fatichi non solo a trovarsi ma semplicemente a dialogare. Quel richiamo ad abbandonare pensieri individuali, firmato Prandelli alla vigilia del match con il Genoa, è insomma ancora oggi inascoltato, ed è forse questo uno degli aspetti più preoccupanti.
Al netto di una rassegnazione assolutamente da combattere è sull’identità della squadra che dovrà lavorare Prandelli, anche alla luce di quegli esperimenti che non hanno funzionato a Bergamo. L’assenza di elementi come Ribery e Callejon non ha cambiato paure e fragilità, quasi che la Fiorentina avesse disputato più o meno la stessa partita degli ultimi mesi, e nemmeno l’ingresso in corso ha troppo cambiato le cose. Logico che la speranza alla radice dei cambi di Bergamo fosse quella di avere anche un’altra reazione di nervi dopo quella nel recupero con il Genoa, altrettanto che l’esperimento sia per ora da accantonare.
Almeno domani contro il Sassuolo Prandelli potrà ripartire dalle energie risparmiate anche da Castrovilli, presumibilmente riportando la Fiorentina verso un assetto più vicino al 433 che non al 451 visto contro Zapata, Muriel e compagni. Di questi tempi tornare subito in campo può anche essere l’antidoto migliore per non farsi prendere dal panico, ma è chiaro che già domani al cospetto della squadra di De Zerbi serviranno idee chiare e voglia di sacrificarsi per metterle in pratica. Tutti aspetti che fanno parte di un gioco di squadra ma, proprio per questo motivo, al tempo stesso caratteristiche che questa Fiorentina deve in tutti i modi ritrovare.