RIVINCITA EUROPEA
A pensarci bene, restando lucidi e provando a essere obiettivi, fino ad ora era andato più o meno tutto bene. Quasi "di lusso", lasciandosi andare a facili entusiasmi. Il fattore arbitrale, d'altronde, sembra davvero aver influenzato il giusto il cammino in campionato della Fiorentina. Un retropensiero forse censurabile, ma di fatto abituale per chi, nel corso della storia, ha dovuto accettare la puntualità degli errori arbitrali (in campo o fuori) come si fa con le bollette o le tasse. Le stesse recenti cronache, quelle almeno degli ultimi quattro anni, comunque raccontano di pesi e misure diverse che, alla fine, hanno fatto la differenza.
Non fino a domenica sera, quando proprio un errore sul campo stava per penalizzare oltremodo gli uomini di Sousa. Eppure, alla fine, la stangata si è materializzata in altro modo. Riportando, guarda caso, la memoria a tempi non troppo lontani. Quando una semplice reazione di Borja Valero fu paragonata a una bieca dichiarazione di guerra. Quattro le giornate allora inflitte allo spagnolo, tre quelle recapitate all'indirizzo di Zarate. Reo certamente di una reazione ingenua, meritevole del rosso diretto con successiva squalifica, ma che pareva contenere una violenza ben diversa da altre situazioni. Il tutto al netto di provocazioni e colpi (anche plateali come quello ricevuto da Kondogbia).
In attesa di un responso sul ricorso presentato dalla società (ma le speranze sono basse) non resta che pensare all'argentino in ottica europea. Perchè nel maremagnum delle parole post mercato, il suo impatto sulla Fiorentina (in particolare nel finale di partita) ha avuto un peso specifico importante. E perchè il suo utilizzo contro il Tottenham, proprio nell'anno in cui Zarate è di ritorno da un'esperienza in Premier al West Ham, può essere un ulteriore stimolo. Per lui, in primis, ma anche per lo stesso Paulo Sousa. Che non potrà contare sull'estro di Zarate probabilmente per tre partite, ma che contro gli "Spurs" potrà rilanciarlo verso una rivincita europea.