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RIVOLUZIONE MADE IN USA

di Dimitri Conti

Nel tardo pomeriggio dell'altro ieri Joe Barone è tornato a parlare, intervenendo ai microfoni di TMW Radio con in braccio l'ascia di guerra, o meglio lo stendardo simbolo di una rivoluzione ben in vista. Una revolution, visto che si tratta di una serie di proposte in chiave fortemente filo-americana, seguendo alcuni tra i principi fondanti dello sport statunitense. Due le parole d'ordine che arrivano prima d'ogni altra cosa: commissioner da una parte, riforma legislativa per favorire gli investimenti, in tutte le loro sfumature, dall'altra.

Cominciando dal primo punto, non è una novità: sin da poco tempo dopo il suo arrivo, Commisso, ribadendolo poi più volte per bocca del braccio destro Barone, ha subito auspicato un forte cambiamento nelle istituzioni, in particolare per quelle che governano il calcio. La proposta è spassionatamente a stelle e strisce: introdurre una nuova figura super partes, un cosiddetto commissioner che curi gli interessi collettivi, senza guardare al particolare di alcune tra le venti componenti di Lega. Che badi all'interesse del movimento calcio, non solo di sua eccellenza Serie A. In teoria questa figura, a livello giuridico, sarebbe già identificabile nel presidente federale Gabriele Gravina, ma a quanto pare in casa Fiorentina si intende declinare in maniera ancora diversa il ruolo.

Il punto due, più che non essere una novità è un vero e proprio cavallo di battaglia: i tifosi viola, ormai, probabilmente conoscono a memoria la graduatoria di ricavi dei top-club europei, tra i quali, nei primi venti posti, non figura la Fiorentina. Troppo pochi 94 milioni di ricavi annui per poter alzare l'asticella tramite Financial Fair Play, ed ovviare a questo gap che separa gran parte dell'Italia col resto d'Europa. Ecco perché da parte viola c'è voglia di provare a dare una mazzata mortale alla burocrazia che aleggia sopra la costruzione di nuove infrastrutture. Serve lo stadio, detto in soldoni, oltre al centro sportivo (e qui siamo già a miglior punto): questo il grido che muove la rivoluzione a tinte viola, con tanto di stelle e strisce in sottofondo.