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ROCCO PENSA AL CAMBIO-LOGO: I PRECEDENTI ITALO-AMERICANI

di Andrea Giannattasio

Per il momento si tratta di un semplice pensiero che ha attraversato la mente di Rocco Commisso e Joe Barone fin da quando hanno rilevato la Fiorentina dalla famiglia Della Valle, ma non è detto che nel giro dei prossimi mesi (più probabilmente all'inizio della stagione 2020/21) non possa diventare realtà. La nuova proprietà viola starebbe pensando di modificare lo storico logo del club, in vigore ormai dall'epoca di Cecchi Gori (più precidamente dal 1993) e leggermente corretto nei colori e nei caratteri durante la lunga era dei fratelli Tod's dopo la promozione in B del 2003. Nessuno stravolgimento, sia chiaro. Niente a che vedere con la rivoluzione operata dagli Agnelli due anni fa con la Juventus. Si punterà piuttosto a valorizzare il brand di Firenze e quindi a dare maggiore risalto al giglio ma al momento la forma dello scudetto e i colori (oltre, ovviamente, al viola che rimarrà) sono ancora top-secret.

Che quello di modificare il logo societario sia un modus operandi tipico delle proprietà italo-americane è confermato del resto dai fatti: i tre imprenditori a stelle e strisce che prima di Commisso hanno deciso di investire nel pallone italiano (tra Serie A e Serie B) hanno sempre messo il proprio sigillo sull'aspetto estetico della nuova società, quasi come a voler imprimere una cesura col passato e di conseguenza a voler aprire una nuova pagina di storia. E' accaduto al Venezia di Tacopina, si è ripetuto poi con il Bologna di Saputo ed infine è stato confermato da Pallotta con la Roma. In tutti e tre i casi, vuoi per semplici dettagli vuoi per la ristrutturazione dei simboli storici, è stato dato risalto agli aspetti più inerenti alla realtà cittadina: il Leone di San Marco per gli arancioneroverdi, la croce del gonfalone per i rossoblù e la Lupa per i capitolini (nello schema realizzato da Firenzeviola.it il "prima" e il "dopo" dei loghi dei tre club). Firenze e la Fiorentina saranno i prossimi a seguire questa strada?