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RUI COSTA, Firenze per sempre nel cuore

di Tommaso Loreto

Queste le dichiarazioni dell’ex stella della Fiorentina, Manuel Rui Costa, all’indomani della gara a scopo benefico che l’ha visto scendere in campo con la casacca delle vecchie glorie del Benefica, club nel quale ricopre attualmente il ruolo di direttore sportivo: “E’ stata una bellissima serata per fare qualcosa per una bruttissima situazione. Quello che ci ha colpito di più è stato il contributo di così tanti giocatori e la risposta del pubblico. Per noi del Benfica, che abbiamo organizzato l’evento, è un motivo d’orgoglio. E’ stato un bell’evento anche dal punto di vista tecnico, così come è stato bello ritrovare certi compagni. Tanti ex viola? E’ stato bello giocare dietro a due giocatori come Miccoli e Nuno Gomes, ho rivissuto tanti bei momenti del passato. Il passaggio dal campo alla scrivania? E’ avvenuto tutto in un giorno, non ho avuto nemmeno il tempo per i rimpianti, e mi ha fatto bene, perché per me è importante poter dare il mio contributo al Benfica. L’impegno che sto mettendo è tale che non sento nostalgia per il calcio giocato. Sono soddisfatto di quello che sto facendo, per noi è anche un buon momento. Un giudizio su Fernando, Veloso e Bolatti? Sono dei buoni giocatori, i primi due sono ancora qui in Portogallo, Bolatti è passato di qua, penso che la società abbia fatto bene la sua scelta. I contatti con Corvino? E’ inevitabile, visto che ho giocato sette anni alla Fiorentina e cinque al Milan, anche se dal punto di vista professionale c’è stato poco, a parte un leggero abbocamento per Luisao. I miei figli tifosi viola? Loro seguono i miei passi, adorano le tre squadre in cui ho giocato. A Firenze c’è una rottura col passato? Da parte mia no, se non sono tornato allo stadio è stato per mancanza di tempo, non perché è cambiata proprietà, anzi, devo dire che la Fiorentina mi ha sempre invitato. Io dirigente della Fiorentina? Quando giocavo non pensavo a questo lavoro, il Benfica mi ha offerto questa opportunità e l’ho accettata per passione, per cui se dovessi continuare questo lavoro lo farei solo per una delle mie squadre del cuore. La Fiorentina in semifinale di Coppa Italia? Ho ancora in mente le due vittorie, la seconda delle quali da capitano, ed è una delle immagine più emblematiche della mia carriera. Il mio rapporto con Firenze? Non penso sia dipeso dal fatto tecnico, quanto dal rispetto che si è creato tra l’uomo e la città, il che mi ha fatto piangere quando ho lasciato Firenze. E’ un rapporto di affetto che non morirà mai, non solo come calciatore ma soprattutto come uomo. Cosa posso dire a Firenze? Che in quella città, che ho vissuto veramente, ho avuto i miei anni più belli, e che non smetterò mai di amare i suoi tifosi”