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SALAH, LONDRA-FIRENZE-ROMA: CRONACA DI UNA FIGURACCIA

di Lorenzo Di Benedetto

Non è trascorso neanche un anno dalla prima volta che Mohamed Salah ha messo piede a Firenze, ma in questi 11 mesi tra la Fiorentina e l'esterno egiziano è scoppiato un vero e proprio caso, destinato a rimanenre nella storia del club viola come una delle sconfitte più brutte della società gigliata. Tutto è cominciato il 2 febbraio 2015, quando il giocatore, di proprietà del Chelsea, è passato alla Fiorentina nell'operazione che ha portato Juan Guillermo Cuadrado a Londra, con la formula del prestito fino al termine della stagione 2014/2015, ma con la possibilità, per la stessa società viola, di estendere il prestito anche alla stagione successiva attraverso il pagamento di un milione di euro e con la possibilità ulteriore di riscattare l'intero cartellino, nel giugno 2016, per 15 milioni di euro.

Un colpo ben ponderato dalla società di viale Manfredo Fanti, che in questo modo avrebbe potuto valutare il giocatore con calma e prendere tutte le decisioni passo dopo passo. Tutto perfetto, se non fosse stato per una scrittura privata (foto in fondo all'articolo ndr), firmata dall'allora amministratore delegato della Fiorentina, che in pratica legava tutte le opzioni legate al rinnovo del prestito e il conseguente diritto di riscatto al consenso del giocatore, che avrebbe dovuto accettare di restare a Firenze, altrimenti tutti i diritti della Fiorentina sarebbero decaduti. Tutti sappiamo poi come sono andate le cose, con il giocatore che, avendo tutte le sue ragioni, ha preferito cambiare aria per giocarsi le sue carte con una nuova maglia. Senza riconoscenza, è vero, ma come spesso accade nel calcio e in tutti i lavori del mondo, una persona agisce solo e soltanto per i propri interessi. Una storia che per alcuni ancora non è terminata, perché la Fiorentina ha fatto ricorso alla FIFA, che deve ancora pronunciarsi, anche se la prima scadenza era fissata per il mese di dicembre del 2015.

Difficilmente Salah verrà sospeso, e quando tutto sara finito ufficialmente resterà l'amaro in bocca per una leggerezza commessa nel momento in cui la società viola ha tesserato per la prima volta l'egiziano, fidandosi del fatto che nel caso in cui il giocatore avesse trovato la sua dimensione a Firenze avrebbe deciso di restare. Ma in tutto questo il popolo viola è stato tenuto all'oscuro di molti dettagli, da febbraio fino a luglio, prima che la verità, inevitabilmente, venisse a galla.

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