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SALICA, STADIO? SI PUÒ. SIAMO IN AUTOFINANZIAMENTO. SOUSA...

di Redazione FV
Fonte: Radio Bruno Toscana

Gino Salica, vice-presidente della Fiorentina, ha parlato a proposito di numerosi temi presenti e futuri del club viola: "Il 2003 e il 2004 sono momenti straordinari: la vasca di DDV è stata la sublimazione. Facemmo 15000 abbonati praticamente a mano, e quando si parla di passione, partecipazione e divertimento. Non ho tanta nostalgia, per quanto mi piacessero i paesini come Gubbio e Gualdo Tadino è stato un momento difficile, anche se lo spirito era straordinario. Irripetibile, si può provare solo affetto per quel periodo ma una volta basta. Stadio? Ci stiamo pensando da anni, ora ci sono le condizioni per attuare questo progetto. Il nostro programma va avanti, salvo stop che però non sono arrivati. Siamo sempre lì. Il comunicato di giugno dice due cose: se c'è qualcuno più bravo di noi si faccia avanti e che la società è in mano al management di fiducia che ha il mandato di portare avanti la società nel miglior modo possibile. Quello che è successo qualche mese fa in Palazzo Vecchio resta valido. Terzo tempo nel 2007? Sin dall'inizio abbiamo puntato sugli aspetti del sociale e l'idea ci piacque. Non ci fu un seguito infinito di squadre: capimmo che il calcio ancora forse non era così sensibile. Save the Children? Non era vero che lo scegliemmo perché non avevamo sponsor: c'è ancora. Crediamo tantissimo nelle associazioni umanitarie. VAR? Riduce i dubbi sui giudizi e le chiacchiere da bar del giorno dopo. Per gli effetti veri serve aspettare.

C2? Tutti i record là sono ancora nostri. Società? Ricorderei tutto ciò che è stato fatto per i 90 anni, con campioni venuti da tutto il mondo. Ci stiamo muovendo con i club viola in tutto il territorio, e non solo in Toscana. Siamo andati in Calabria, Sicilia, Malta, Mosca... stiamo provando a recuperare tutto ciò con forza. Penso che il tifoso queste cose le apprezzi, poi i risultati sono quelli che fanno la differenza. Lo scorso anno è stato di grande sofferenza. Sousa? Con il senno di poi si può essere d'accordo. Fino al Borussia era stata incoraggiante, da lì poi è stato lo spartiacque. Pensavamo fosse un incubo, e da lì gli ultimi tre mesi sono stati drammatici. Forse lo potevamo mandare via, e ceramente tutto ciò ha pesato. Le scorie hanno intossicato l'ambiente. Mercato? Per quanto mi riguarda il comunicato lo dice: c'è fiducia nel management. Vuol dire che siamo in autofinanziamento. Quando si fa una campagna così, anche dolorosa, con giocatori affezionati, è arrivato un surplus, che però va analizzato nel consiglio d'amministrazione. Oggi non possiamo andare a bussare alla porta di qualcuno, magari tra un mese sì... Oggi dobbiamo trovare le risorse per mandare avanti la Fiorentina.

ADV allo stadio? Speriamo accada presto e per noi le possibilità sono molte. Il comunicato non era uno scherzo ed è arrivato dopo momenti di grande tensione interna. Nella famiglia c'è stata grande sofferenza. A loro la voglia di Fiorentina non è mai mancata. Una proprietà che da quindici anni gestisce questa squadra e l'ha portata per molti anni ad essere protagonista in Europa non può lasciare freddo nessuno. Poi c'è anche la riflessione sul gestire la società di calcio in questo mondo. Con l'ingresso dei cinesi è una vera rivoluzione. Abbiamo tutto il supporto da parte loro, per il momento non finanziario. La Fiorentina però è una società sanissima, che arriva da anni di buona gestione. Il tempo però è imprevedibile. Credo arriveranno delle risposte. Io non ho rimpianti. Scommesse di Corvino? Non parliamo di un terno al lotto: vediamo una squadra equilibrata con giovani estremamente interessanti. La squadra non è in dismissione, anzi ha puntato sul futuro. Questo è il nostro modo per essere competitivi senza tutti quei capitali. Finalmente abbiamo un allenatore che vede Firenze come punto d'arrivo e che ci siano le condizioni per fare un campionato positivo. Siamo ottimisti: c'è un bell'ambiente. Corvino? L'ho ritrovato il solito: coriaceo, tosto e combattivo. Le squadre si vedono a ottobre. Il momento del primato in classifica? Bisogna essere lì per capire. Io ero all'estero e da lontano dicevo che la squadra comunque non era stata toccata. Perché poi improvvisamente si deve sfaldare? Probabilmente abbiamo commesso degli errori. La Fiorentina mi era mancata, anche se ero rimasto in Consiglio d'Amministrazione. Io ho capito una cosa della Fiorentina, da non fiorentino ed è la gente che tifa viola nel mondo. Questo fa strano, ma rafforza il concetto che questo colore e i giocatori che hanno vestito la maglia sono riconosciuti ovunque. Ricordo che a Gualdo partirono cori contro la Juventus. Chiesi a Giovanni Galli il perché, e a fine partita me lo spiegò. Bisogna essere fiduciosi: io lo sono sempre stato, anche quando ci confrontammo con i tifosi, dato che conosco le logiche. Non ci può essere il retropensiero che la società sia in dismissione e che la campagna acquisti sia il primo step. Magari tra due anni saremo su. Una società sana con giocatori forti e interessanti è più appetibile per tutti, magari anche per gli attuali proprietari".