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SALVARE CAPRA E CAVOLI

di Luciana Magistrato

Salvare capra e cavoli, o più semplicemente salvare la stagione e la faccia. E' questo l'obiettivo a tre giornate dalla fine. Ci sono da fare due soli punti per l'Europa League, certo alla portata (visto il ritmo del Milan) nonostante la Fiorentina dovrà affrontare tre avversarie che ancora vogliono dire la loro: ora la gara a Verona con il sempre coriaceo Chievo di un Maran accostato ai viola e quindi desideroso di ben figurare, poi arriverà una squadra che lotta per non retrocedere come il Palermo (se non lo sarà già) e infine la trasferta all'Olimpico contro la Lazio, ultimamente bestia nera dei viola.

Andrea Della Valle lo ha posto come condizione, archiviamo l'Europa poi si lavorerà e si penserà al futuro. Nessuno è sicuro di rimanere, giocatori, tecnico e dirigenti ma, recepito il messaggio con senso di responsabilità, la parola d'ordine è: no allo sfascio e al tiro al piccione per additare colpe di una stagione che, per quanto espresso nella prima parte, è da considerarsi quasi fallimentare.

Lo vuole il tecnico che si è reso conto di aver pensato troppo a cosa non aveva in rosa e al suo futuro piuttosto che caricare i suoi giocatori come aveva fatto nella prima parte di stagione, quando di certo l'entusiasmo di una nuova avventura e del feeling con la città lo aveva aiutato molto.

Lo vuole lo stesso spogliatoio che, con tutti i problemi di gestione del tecnico, di malumori interni e di leadership vere e presunte, ora ha un solo obiettivo, finire degnamente la stagione e dimostrare di meritare almeno l'Europa League. Dopo un momento di tutti contro tutti, il gruppo ora proverà a difendere se stesso, dalle voci di spaccature (che pur ci sono) e dai fischi ingenerosi di domenica (come ha fatto Tomovic).

E solo tra tre settimane toccherà alla proprietà fare chiarezza prima sui dirigenti e dire chi resta e con quali ruolo e responsabilità (ora i galli a cantare sono troppi) poi sul tecnico. Le parti dovranno guardarsi in faccia e capire se c'è ancora unità di intenti, al di là del contratto da rispettare. E la permanenza dei giocatori o meno a quel punto dipenderà da quella del portoghese. Ma per altre tre settimane guai a parlare di futuro.