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SAN PIERO, UN RITIRO TRA DUBBI E FORZA DI VOLONTA'

di Lorenzo Marucci

Si è chiuso anche il ritiro di San Piero a Sieve. Tredici giorni caratterizzati da dubbi, che ancor oggi continuano ad affollare la mente del tifoso viola. Dubbi inizialmente sulla strada tattica da seguire, tra 4-3-3 e 4-3-1-2, poi i dubbi sulle risposte che avrebbe dato il pubblico all’inizio del ritiro vista la mancanza degli acquisti. Quindi i dubbi di Mihajlovic che la mini contestazione potesse danneggiare alcuni giocatori, specialmente quelli più giovani e meno abituati alle pressioni. I dubbi di Della Valle che la contestazione potesse andare oltre certi limiti e che lo hanno indotto a saltare la visita alla squadra in Mugello e a  scrivere la lettera alla città. I dubbi che poi quella lettera potesse essere una via di fuga da parte dei Della Valle, delusi per le critIche. Gli attestati di stima del tifo organizzato nei confronti della proprietà viola hanno attenuato una situazione che era stato anche ingigantita. Il rischio, dopo aver elencato tutti questi dubbi, è che alla fine la squadra non abbia un’identità. Non certo per le situazioni circostanti quanto perché ancora devono essere risolte le situazioni di almeno quattro giocatori. E stiamo parlando di Montolivo, Vargas, Gilardino e Cerci. La dedizione non è mancata e lo spirito – salvo un episodio negativo che ha visto protagonista Cerci, scontratosi con Mihajlovic – è stato quello giusto. Certo, non è facile navigare a vista quando il campionato è sempre più vicino. 
   Dovesse cambiar modulo – cosa non del tutto augurabile a questo punto – la Fiorentina si ritroverebbe a provare un nuovo schema in dieci giorni. Troppo poco, troppo rischioso in un’annata in cui occorre soprattutto partire bene e riconquistare la fiducia del pubblico. Uno degli ultimi dubbi riguarda la consistenza degli avversari in amichevole. Non è un mistero che Mihajlovic avrebbe voluto incontrare avversari molto più probanti rispetto al Gavoranno e alla Fortis Juventus. Un neo che si era presentato anche l’anno scorso. Nell’unico test attendibile contro il Newcastle l’arbitro ha fischiato la fine dopo un’ora di gioco per l’eccessiva pioggia. Francamente troppo poco per una squadra come la Fiorentina che avrebbe avuto bisogno di qualche certezza in più.