.

SANTANA, Ora basta con gli alibi

di Stefano Borgi

E' un buon momento per Mario Alberto Santana. Mezz'ora col Palermo, un assist per Gilardino ed un posto (forse) da titolare con la Sampdoria. "La mia capacità di fare più ruoli? Sono contento, sono un giocatore versatile, anche se io sono naturalmente un esterno destro. Per quanto riguarda il mio momento dico che uno, quando entra, cerca di dare sempre di più. Quando uno entra, è fresco e deve aiutare i compagni. Con il Palermo tutta la squadra ha cambiato la partita, non solo io. Purtroppoi stiamo regalando i primi tempi e dobbiamo cambiare. Io ero fuori da 5 mesi ed avevo tanta voglia di dimostrare."

SULLA SITUAZIONE DELLA FIORENTINA E SUL RINNOVO DI CONTRATTO: "Sono tanti anni che sono a Firenze e vorrei rimanere (Mario è in scadenza di contratto 2010 ndr.) Del rinnovo ne parleremo a tempo debito con la dirigenza. Il gruppo ha saputo negli anni tirarsi fuori da momenti molto difficili. Dobbiamo dare continuità, non solo facendo bene con la Sampdoria ma anche dopo, sennò ricadiamo nella crisi. Tutti dobbiamo dare qualcosa in più. L'allenatore fa quello che può, siamo noi che scendiamo in campo, dobbiamo tutti impegnarci di più.

SULL'AFFOLLAMENTO DEL RUOLO: "Tutti gli anni è la stessa storia, ma ci sono abituato. Nel mio ruolo c'è sempre stato molto affollamento. Quest'anno ancora di più perchè rientravo da un infortunio. Poi alla fine, però, ho sempre giocato. Io mi alleno sempre col massimo impegno, poi è il campo a parlare".

SUL SUO RAPPORTO CON GLI ALLENATORI: "Gli allenatori mi apprezzano? Che devo dire, sono felice. Sarà perchè mi alleno sempre al massimo, mettendo il 100% di me stesso. Peccato che ho avuto tanti infortuni ed ho avuto tanti problemi. Io sono uno di testa che non molla mai. le voci non mi interessano. Io devo tornare a casa ed essere tranquillo con la coscienza."

SUL CONFRONTO NELLO SPOGLIATOIO: "Non posso dire cosa ci siamo detti ma posso dire che queste cose servono. Dovevamo confrontarci perchè evidentemente c'è qualcosa che non va. Di problemi nella squadra se ne parla parecchio, anche troppo, ma più delle parole conta l'atteggiamento in campo. Bisogna correre e giocare, parlare serve a poco. Dobbiamo essere noi a dimostrare in campo il nostro valore e tirarsi fuori da questa situazione. "

I PERCHE' DELLA CRISI: "Tattica, fisico, sono tutte scuse, alibi. Nessuna squadra ci ha messo sotto fisicamente. Anzi abbiamo sempre dovuto rincorrere e quindi abbiamo corso più degli altri. E' un problema di testa. Io però ho fiducia in questa squadra che ha fatto benissimo in questi 5 anni".