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SE IL 3% DI ARTHUR PESA PIÙ DI UN LOPEZ INTERO

di Dimitri Conti

Come contro il Parma e già altre volte in questa stagione, la partita della Fiorentina è cambiata quando è sceso in campo Arthur Melo. L'hanno detto gli occhi, lo dicono i dati, lo ha detto persino l'allenatore avversario Baroni, con una frase che racconta forse meglio di tutte le altre cosa ci sarebbe da dire: "Ci siamo abbassati, la squadra può e deve stare più alta ma ci sono anche gli avversari: è entrato Arthur e per prenderlo ci voleva il fucile. Lui ci ha fatti abbassare". Non si può ridurre il cambio d'inerzia ad un uomo solo in uno sport così di squadra, ma l'impatto del brasiliano sul match è indubbio.

Forte rimane la sensazione che senza di lui la squadra fatichi a girare e che vada inserito nell'elenco degli irrinunciabili di questa squadra, al quale sono iscritti da tempo due come Bonaventura e Gonzalez, anch'essi assenti contro l'Hellas. Più che due, viene da pensare siano tre. Altrettanto consistente, al contrario di prestazioni invece un po' evanescenti da parte sua, il sentore che non sia Maxime Lopez il candidato giusto a prenderne il posto. Adesso, per qualche tratto di partita, forse (a patto che il suo livello di regia cresca) ma soprattutto in pianta stabile come primo costruttore di gioco nella rosa.

Parlando nel post-partita, Italiano ha detto che per il francese "non è una bocciatura" e che "può capitare di sbagliare un tempo", schivando critiche alla sua prestazione giudicata dai più sotto la sufficienza, mentre su Arthur si è limitato a ricordare che non ha iniziato da titolare (lui come Kouame) perché "al 3% e forse è anche troppo". Un 3% molto più d'impatto rispetto ad un intero Lopez, segnale abbastanza chiaro anche per il futuro. Entrambi i centrocampisti sono in prestito con diritto di riscatto, a cifre molto diverse: per il brasiliano è stato concordato con la Juventus a 20 milioni di euro, meno della metà da dare al Sassuolo (9) nel caso la Fiorentina volesse riscattare Lopez. Cifre molto distanti tra loro, così come gli scenari che si aprono davanti, per due giocatori dall'impatto decisamente opposto sulla realtà viola.