SE NON ORA, QUANDO?
Stiamo provocando. O meglio, no. Forse sì, chissà, vallo a sapere di che pasta è fatto realmente Aleksandr Kokorin. Ultimamente lo si è rivisto per qualche subentro in conclusione di match, senza mai lasciare il segno se non sulle gambe di Behrami, con cartellino giallo e rischio rosso nella vittoria di Genova. Tre ingressi per un totale di 28 minuti, in cui non ha confezionato nessun tentativo verso le porte avversarie. Sommati ai 91 della passata stagione fanno 119 in quasi 9 mesi di permanenza nella Fiorentina. Zero gol, zero assist, ma soprattutto zero volte al tiro. Neanche una conclusione verso la porta in nove mesi non è proprio il passepartout ideale per un attaccante, ma nei suoi confronti la fiducia sembra rimasta immutata. A parole, almeno.
Già, perché dalla società, ufficialmente e soprattutto ufficiosamente, l'appoggio all'attaccante russo non è mai mancato. Oltre che nelle dichiarazioni, nelle mosse: in fondo il calciomercato estivo altro non racconta se non che sia stato affidato a lui il ruolo di vice-Vlahovic in rosa, con annessi e connessi quindi anche i pensieri di questi giorni. Come può la Fiorentina affrancarsi da Vlahovic se l'unica alternativa è Kokorin? La domanda è ricorrente, perenne nei corridoi in cui l'anima viola è presente. Al russo il compito di rispondere finalmente sul campo e zittire e scacciare le critiche. Riflettendoci, col polverone sollevato intorno al rinnovo di Vlahovic che non arriva e una sosta che lo vedrà a piena disposizione di Italiano (a differenza del serbo, impegnato con la sua nazionale) quale migliore occasione per lui di far finalmente breccia nel cuore dei proprio allenatore e dei tifosi fiorentini? Per ora tutti questi lo attendono al varco, fiduciosi di avere un segnale di senso calcistico ancor prima che altro da parte di un calciatore che, non fa male ricordarlo, è tra i più pagati dell'intera rosa grazie al milione e 800mila euro a stagione che percepisce. Se non ora, quando, Aleksandr?