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SE TRE INDIZI FANNO UNA PROVA, CINQUE SONO UNA SENTENZA

di Pietro Lazzerini

Ancora non sappiamo se le prossime settimane porteranno la Fiorentina nelle mani di una nuova proprietà (LEGGI QUI), ma nel frattempo, conclusa una delle stagioni più "lunghe" dell'era Della Valle, è tempo di fare alcuni bilanci. Uno di questi riguarda la coppia di manager che ha guidato il club negli ultimi tre anni e che già aveva portato avanti le sorti societarie prima dell'intervallo composto dall'accoppiata formata da Pradè e Macia. Mario Cognigni, presidente esecutivo, e Pantaleo Corvino, direttore generale dell'area tecnica. 

Partiamo subito con dati incontrovertibili e chiari semplicemente dando uno sguardo alla classifica delle stagioni a cui ci riferiamo: la Fiorentina, negli ultimi cinque anni della gestione Cognigni-Corvino, non ha mai centrato l'obiettivo europeo. Il primo anno di Mihajlovic, i viola arrivarono 9°. L'anno successivo, con il serbo inizialmente in panchina, poi esonerato in favore di Delio Rossi, a sua volta cacciato per la tristemente nota scazzottata con Ljajic e sostituito da Guerini, la Fiorentina terminò il campionato al 13° posto e a un passo dalla Serie B. Dopo quella stagione, fu rivoluzione, ma nel 2016-2017 ecco che la coppia si ricompone conquistando un 8° posto al secondo anno di Sousa. Confermato l'anno successivo con Pioli in panchina e infine al 16° posto di questa stagione. Un ruolino di marcia che parla da solo e che potrebbe portare, senza ulteriori approfondimenti, a un cambiamento che nella testa dei Della Valle non pare essere pianificato. 

Cognigni e Corvino, negli ultimi cinque anni di convivenza hanno sbagliato tanto, portando un clima di aspra contestazione nei confronti della proprietà e del club e attirando le ire di gran parte della tifoseria viola. Anche sul mercato gli errori sono stati tanti, dal noto "se non lo conoscete sono problemi vostri" Maxi Olivera, fino al regista fantasma Norgaard. Anche nella gestione dello spogliatoio è evidente che in almeno due occasioni clamorose, i piani siano andati storti. La prima volta quando Rossi, nella partita interna contro il Novara arrivò a malmenare pubblicamente Ljajic. La seconda, più recente, quando un comunicato arrivato dall'alto ha rotto il rapporto con Pioli portando allo sgretolamento dello spogliatoio e a un andamento talmente lento da rischiare la retrocessione. 

La parola "dimissioni", che il tecnico di Parma ha presentato prima del ritorno di Montella per una questione d'orgoglio professionale in risposta alle accuse di proprietà e club, non hanno invece riguardato Cognigni e Corvino, almeno di recente. Un'uscita dalla scena pubblica che li ha comunque visti saldamente in sella, quasi che l'atteggiamento da Prima Repubblica - che molti tifosi hanno discusso -  non infastidisse gli attuali proprietari. Lo stesso Diego Della Valle, nella lettera inviata a La Nazione, attacca tutto l'ambiente viola, a cominciare dai tifosi contestatori, ma non cita coloro che hanno concretizzato la stagione deludente, culminata con la gara contro il Genoa. Per inciso gara entrata di diritto nella classifica delle partite più brutte degli ultimi anni.

I prossimi giorni saranno intensi e serviranno per capire che fine farà la società viola. Se andrà a Commisso o se prenderà altre strade, oppure se resterà ancora saldamente in mano ai DV. Quel che è certo è che, in caso di conferma della coppia formata da Cognigni e Corvino, cinque stagioni deficitarie rappresentano molto di più dei conclamati tre indizi in grado di fornire una prova.