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SEMPRE LE STESSE STORIE

di Tommaso Loreto

Se a Firenze è filato tutto liscio sugli altri campi della Serie A lo scenario è quello di sempre, quel che cambia semmai sono le interpretazioni. Così capita che a Verona l'arbitro Massa si faccia giustamente aiutare dal VAR, mezzo che di per sé non fa sconti a nessuno tanto da annullare un gol ai veronesi pur regalando un giusto rigore per la mano di Bonucci.

Una sorta di ruota che gira, come dovrebbe essere, tanto più per i bianconeri reduci da una settimana di polemiche e veleni per quanto avvenuto nella sfida con la Fiorentina. Certo che se la tecnologia viene usata in questo modo, senza condizionamenti, la sua utilità raddoppia, e vien da domandarsi perchè anche in questo ambito continui invece a farla da padrone la discrezionalità.

La stessa discrezione che per intendersi spinge l'arbitro di Napoli-Lecce, al secolo Giua, a ignorare i rallenty di fronte allo schermo pur di ribadire la propria scelta sulla simulazione di Milik e non dover tornare sulla propria decisione (ma anche in ambito di gialli per simulazioni in area le casistiche si sprecano) o ancora quella che consente a Di Bello, arbitro di Parma-Lazio, di ignorare completamente la trattenuta ai danni di Cornelius dentro l'area di rigore.

Se negli ultimi giorni è stato Commisso e la sua Fiorentina ad alzare la voce già ieri sera a Parma non sono mancati i toni forti nemmeno tra i tecnici (entrambi critici verso l'arbitraggio) mentre a Napoli, dove ha pensato Giuntoli a lamentarsi per conto di De Laurentiis, ancora si domandano perchè non si sia ricorsi al VAR in un momento in cui la gara era fortemente in bilico. Tutte storie per niente inedite, per la verità piuttosto ricorrenti.

Più o meno sempre le stesse storie. Aspetti sui quali potrebbe fare chiarezza il capo degli arbitri, che invece restano sepolti da risposte piccate e disgusti vari disseminati nella stessa categoria arbitrale. Che forse anche per questo motivo sembra fidarsi sempre di meno del VAR.