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SENZ'ANIMA

di Tommaso Loreto

Rifondare, ricostruire, voltare pagina. In una sola parola, cambiare. Il giorno dopo l'amara serata di San Siro il ritornello in città è più o meno lo stesso ovunque. Lasciar partire i giocatori che dimostrano di non credere più al progetto, lanciare qualche giovane che possa far sognare i tifosi e soprattutto, vedere gente in campo che suda sette camicie prima di uscire e salutare i propri tifosi per il sostegno ricevuto.

Perchè in casa Fiorentina, ormai da un anno e mezzo, quel che manca è più di tuttol'attaccamento alla maglia. Che è poi anche la prima cosa che un tifoso si aspetta dai propri giocatori. E le prestazioni come quella contro l'Inter testimoniano che con il passare del tempo talune lezioni non solo non sono servite, ma sono state  persino ignorate. Come dire che, per questa stagione, la debaclé di Torino evidentemente non era bastata. Oppure che, per fare un altro esempio, al termine di una prestazione modesta come quella di sabato, si trova giusto prendere e rientrare negli spogliatoi senza nemmeno un saluto a chi, quel sabato sera, l'ha dedicato a un viaggio in autostrada fino a Milano.

Ed è questa distanza, ancora una volta, ad infuocare il clima. E a raccontare di una Fiorentina che, adesso, si ritrova di nuovo accerchiata dalle critiche. Dei tifosi, degli addetti ai lavori, della stampa. Perchè si può perdere a Milano contro l'Inter, eccome se si può, ma non è lecito passeggiare per novanta e passa minuti dando la sensazione di pensare ad altro. Così come era pronosticabile mettere in cassaforte quattro punti nel recente calendario, ma cercando di dare segnali incoraggianti, non i soliti scossoni d'altalena tra una buona prova e la notte fonda di San Siro. 

In settimana è atteso Andrea Della Valle in città, la speranza è che, una volta per tutte, possa farsi sentire da chi, in campo, sembra dimenticare per cosa è lautamente pagato. Stesso dicasi nelle stanze societarie, tanto più alla vigilia di una finestra di mercato decisiva come la prossima. Non tutto è perduto, ma è indubbio che la stagione stia già per scivolare nell'anonimato. Spetta a chi comanda la barca, a questo punto, decidere come e dove intervenire. E, soprattutto, avviare quel processo di cambiamento che tutti reclamano.