SERENITÀ
Alessandro Diamanti e Antonio Rosati: sono questi i primi due colpi di mercato della Fiorentina nel 2015. Un fantasista per innescare un sempre più spuntato Mario Gomez e un portiere, come espressamente richiesto da mister Montella, per affiancare il nuovo titolare tra i pali Tatarusanu.
Dopo il grande scompiglio creato in casa viola dalla telenovela Neto, risolta con un comunicato stampa che ha generato non poche polemiche all'interno dello spogliatoio (si ricordino le parole di Pizarro nel dopo gara di Parma) e che, soprattutto, ha fatto sentire abbandonato l'aeroplanino (“in questa vicenda nessuno mi ha aiutato, forse è stata gestita male” - aveva sentenziato amaramente alla vigilia del match della Befana), in viale Manfredo Fanti il cielo è tornato a essere sereno. Serenità: è proprio questa la parola giusta per descrivere la giornata di ieri. Non è stato infatti solamente il Diamanti-day (Alino arriva a Firenze in prestito gratuito dal Guangzhou con diritto di riscatto fissato a 2 milioni; si attendono solamente alcuni documenti dalla Cina per annunciarne l'acquisto), ma anche l'Andrea Della Valle-day. Il patron con la sua visita ha riportato la calma in tutto l'ambiente ("con me le cose si sistemano sempre" - ha affermato), intrattenendosi a lungo con dirigenza, allenatore e giocatori per ricompattare il gruppo e rilanciare la corsa agli obiettivi stagionali, “tutti ancora pienamente raggiungibili” secondo ADV. In serata si è poi sparsa la notizia del ritorno a Firenze di Antonio Rosati, portiere di grande esperienza (classe 1983) che, dopo aver vestito la maglia viola per sei mesi (da gennaio a giugno) in prestito secco nella scorsa stagione, si è svincolato dal Napoli per firmare con la società gigliata un accordo fino al 2016 (il suo agente Alessandro Lucci è atteso a Firenze assieme al giocatore nella giornata di lunedì per ufficializzare l'operazione).
Gli acquisti che servivano maggiormente al tecnico sono arrivati e non è detto che finiscano qui (molto dipenderà dalle cessioni). Il progetto della Fiorentina non si arresta, ma è imprescindibile che tutti remino nella stessa direzione, almeno fino a giugno, quando molte cose potrebbero cambiare: da Montella a Pradè, da Macia alla squadra. Nervosismo, polemiche e mancanza di fiducia non saranno più tollerati (caso Neto docet).