SERENITÀ E UN NUOVO RUOLO: LA SECONDA VITA VIOLA DI BARAK
Tra i tanti temi di campo e di mercato affrontati dal ds Daniele Pradè a margine della conferenza stampa di presentazione di Sirigu e Brekalo c'è anche il riscatto di Antonin Barak, anticipato e differito in forma e tempi rispetto a quanto prefissato con l'Hellas Verona: dai 12 milioni di euro circa concordati con gli scaligeri, l'acquisto del ceco classe '94 è costato alla Fiorentina la metà, con la garanzia all'Hellas di poter incamerare subito i soldi e un'ulteriore motivazione sul tavolo, legata al giocatore.
L'ha chiarito lo stesso Pradè con un passaggio chiave: "L'idea nasce per tranquillizzare il ragazzo e per quello che ci ha dimostrato in questi mesi". Già, c'è anche un'infusione di serenità verso Barak dietro questa scelta: nel sottobosco di indiscrezioni e proiezioni future, c'era chi temeva il riproporsi di alcune situazioni già vissute in passato da altri calciatori, "spariti" dal campo nel momento in cui stavano maturando certe condizioni d'acquisto.
Non è il caso di Barak, però, e alle parole la Fiorentina ha voluto aggiungere la chiarezza dei fatti. Non sembra un caso dunque la ritrovata verve degli ultimi tempi dell'ex Hellas, Lecce e Udinese, apparso più nel vivo e al centro del gioco viola. Anche grazie a una nuova veste tattica disegnata da Italiano, che si è vista bene nel recente ritorno, almeno apparente, al 4-3-3. La sensazione, osservando anche le posizioni medie in campo, è che di fatto Barak stia diventando il nuovo playmaker offensivo della Viola, sganciandosi spesso in avanti in posizione accentrata rispetto agli altri due componenti del centrocampo, come avvenuto per esempio mercoledì pomeriggio nell'ottavo di Coppa vinto contro il Torino.