.

SI GODE

di Tommaso Loreto

Sofferta, raggiunta sul fil di lana e anche per questo meravigliosamente concretizzata quando tutto sembrava indirizzare il match tra Fiorentina e Basilea verso la lotteria dei rigori. I viola centrano la finalissima di Conference League dopo oltre 120 minuti di passione e agonismo, e rileggendo le due sfide con gli svizzeri la Fiorentina stramerita la sua seconda finale stagionale.

Un obiettivo storico, raggiunto grazie a una reazione di nervi arrivata dopo l’avvio reso difficile da un’emozione che sembrava rendere le gambe degli uomini di Italiano ancora più pesanti. E’ stato in quel momento, a metà primo tempo, che Bonaventura ha preso per mano la squadra e l’ha guidata fuori dalle sabbie mobili, aiutato da un Nico Gonzalez tornato decisivo come a Poznan.

Nemmeno quando nel secondo tempo il solito svarione difensivo ha liberato Amdouni al gol dell’uno a uno la Fiorentina ha gettato la spugna, continuando a giocare e spingendo il Basilea a difendersi nella propria area di rigore. Biraghi e i suoi cross, la diga alzata da Amrabat e Castrovilli prima che Ranieri sostituisse Igor senza sbagliare più niente. Nei supplementari le tante occasioni sprecate sembravano preludio thriller ai rigori fino a quando Barak, messo in campo da attaccante aggiunto, si è rivelato determinante sotto porta.

Una notte in Svizzera indimenticabile, nella quale tutto il gruppo viola è stato capace anche di richiamare l’attenzione per il malore occorso al tifoso viola nel settore ospiti. Attimi interminabili nei quali i viola hanno giocato un’altra partita prima di tornare nuovamente in campo a prendersi la finale di Conference. Un sogno da inseguire al pari di quello in arrivo mercoledì con la prima di due finali che oggi rappresentano un record assoluto (la Fiorentina è la prima squadra italiana ad aver giocato tutte e 4 le finali delle competizioni europee).

In attesa di vivere altre due serate di fortissime emozioni la notte è dolce per il popolo viola, ed è giusto così. Stanotte c’è solo da godere, convinti che da lassù anche un maestro di giornalismo come Mario Sconcerti avrebbe volentieri accettato di cedere in prestito di uno dei suoi titoli più indimenticabili.