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SI PUÒ DARE DI PIÙ

di Tommaso Bonan

Prima di tutto, quasi doveroso, vanno sottolineati i meriti dell'avversario. In questo caso, quelli di un Torino capace - dopo lo shock iniziale - di riprendere le misure alla Fiorentina e di rendersi molto più pericoloso per larghi tratti della gara. Il tutto grazie anche ai duelli in mezzo al campo, dei quali in più di un'occasione hanno beneficiato i giocatori di Mazzarri.

La sintesi tra il primo e il secondo tempo, del resto, porta ad alcune riflessioni che - fra i tanti aspetti emersi dalla trasferta di Torino - ricadono soprattutto sul centrocampo. Detto dell'attacco viola, rimaneggiato ma allo stesso tempo sempre in ombra, è sul reparto centrale che lo stesso Pioli ha voluto puntare il dito. Se nel secondo tempo, infatti, il tecnico ha provato ad ottimizzare le dinamiche di gioco inserendo nuovi elementi e riposizionando i reparti, è stata soprattutto la prima frazione di gioco ad evidenziare limiti di intesa e, se vogliamo, di personalità

Edimilson, Veretout e Benassi. Il terzetto scelto per partire dal primo minuto è durato un tempo. Quarantacinque minuti nei quali, ad esempio, il paragone con Soualiho Meité è risultato quantomeno deficitario. Il centrocampista granata - pagato non a caso in estate 10 milioni di euro - ha fatto il bello e il cattivo tempo tra le maglie viola, incapaci a più riprese di contrastare gli inserimenti avversari. E, cosa ancor più importante, troppo compassate nel dare supporto all'attacco. "Il cambio nell'intervallo è stato dovuto anche a questioni tattiche, le scalate erano un po' in ritardo su entrambi i fronti quindi ho preferito difendere a cinque. Veretout? Credo che il problema non sia la sua prova, giocatori come Benassi o Dabo devono darci qualcosa di più". La fotografia di Pioli è chiara, così come chiaro appare il fatto che, al netto di una prova collettiva al di sotto della sufficienza, sia tutto il reparto (Gerson compreso) a dover dare un segnale forte di crescita. Per il bene (anche) dell'attacco, di tutta la Fiorentina e della stessa classifica. Che ancora, fortunatamente, fa sorridere.