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SILENZIO

di Tommaso Loreto

Il calcio si ferma. Stavolta ha deciso di farlo. In altre circostanze si era scelto diversamente. Il silenzio, che oggi regnerà sui terreni di gioco, ci sembra (ancora a caldo) semplicemente la scelta più giusta. Seppure questo poco conti. Di certo non quanto appurare cosa sia realmente accaduto, e perchè non si sia potuta evitare una morte, magari ricorrendo sin da subito a dei defibrillatori. I fiumi di parole si sono già ingrossati nelle ultime ore, e di certo c'è poco da aggiungere a tutta la serie di considerazioni e polemiche che di qua e di là riempiranno i vari media.  

Parole che di fatto, oggi, lasciano il tempo che trovano. Perchè ancora adesso, a pensare a quanto successo, c'è di che impallidire. Perchè non può una passione uccidere un giovane atleta. Quello stesso atleta che era già stato, ancor prima che sul campo, fin da subito uomo, costretto a misurarsi con una vita che, a scoprirla oggi, lascia esterrefatti. Piermario avrebbe di certo continuato a rappresentare un esempio, anche se oggi solo il suo ricordo potrà farlo.

Nel giorno del calcio che si ferma vorremmo solo silenzio per questo giovane uomo che in campo e fuori stava dimostrando di non volersi arrendere mai. Solo silenzio. Senza rumori di fondo. Senza rimbalzi di responsabilità. Senza fatalismi fuori luogo a giustificazione di una condizione di sicurezza a dir poco agghiacciante. Senza le ipocrisie tipiche del pallone. Anche per questo, anche oggi, i nostri aggiornamenti si limiteranno alla stretta cronaca della vicenda. Perchè comunque si possa capire al più presto cosa sia successo. E perchè non capiti mai più.