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SILENZIO, E' arrivato Montolivo

di Matteo Magrini

"Un giudizio equlibrato su di me? Che sono forte". Eccole, le parole che hanno scatenato le discussioni attorno a Riccardo Montolivo. Discussioni che sono andate avanti per tutte queste settimane, discussioni che, probabilmente, non hanno fatto piacere al talento di Caravaggio. Ma questo è il suo destino, che è poi quello di tutti i calciatori di talento: far discutere.


Già domenica scorsa, a Cagliari, il numero 18 viola aveva lanciato segnali incoraggianti, risultando a detta di tutti il migliore, non ci voleva poi molto, della Fiorentina. E' arrivata poi la convocazione in Nazionale, ed un prestazione, Mercoledì sera contro la Grecia, che definire negativa è un eufemismo. Niente grinta, zero personalità, scarsa voglia. Insomma, una gara vuota, quella di Riccardo con la maglia azzurra.


Arriviamo alla gara di ieri. Nel primo tempo, come tutta la Fiorentina, Montolivo "giochicchia" fino al goal dell'Udinese, quindi sprofonda nel panico assoluto, non riuscendo più a gestire un pallone, a mettere ordine. Il rientro negli spogliatoi è "traumatico". Fischi e pubblico che chiede di tirare fuori gli attributi. Proprio questa è la ciritica che più di frequente viene mossa al centrocampista ex Atalanta: scarsa personalità.

 

Nel secondo tempo succede qualcosa, a Montolivo e alla Fiorentina tutta.  Per la prima volta da quando è arrivato a Firenze, il ragazzo si prende sulle spalle l'intera squadra, la trascina, la guida alla rimonta. Non solo i due grandissimi goal, da centrocampista vero, ma una prestazione assolutamente straordinaria. Corsa, contrasti, assist, galoppate palla al piede, inserimenti. Riccardo Montolivo nei secondi 45 minuti di ieri ha messo sul tavolo tutto il suo repertorio, tutto il suo "essere forte". Un giocatore magnifico quello ammirato ieri, un centrocampista capace di cambiare il volto di una squadra perchè, come detto, è stato lui a dare la scossa, lui ha recuperato palla dopo 40 secondi e, in mezzo a quattro avversari, si è conquistato una punizione dal limite, lui ha cominciato a pressare a tutto campo.


Non poteva che essere Montolivo, dunque, con i suoi due splendidi goal, l'uomo copertina di una Fiorentina dai due volti, tanto opaca, moscia, triste nel primo tempo quanto travolgente, violenta, anche bella nel secondo. Due goal per far capire a tutti che lui sa anche andare in rete, due goal per convincere tutti che ha ragione lui quando dice che è forte, due goal per mettersi il dito davanti alla bocca e dire: "Zitti tutti, è arrivato Montolivo". Ma ora non ci accontentiamo, ora vogliamo che continui così, in tutte le partite. Ci va bene anche il gesto polemico, le mani alle orecchie, il dito sulla bocca. Va bene così, Riccardo, ma che non sia per una volta sola.