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SIMEONE ED UN CAMBIO FINALMENTE DECISIVO

di Giacomo A. Galassi

Era uno degli aspetti che più erano stati criticati della gestione di Stefano Pioli, ieri è invece risultato decisivo: la gestione dei cambi ha fatto la differenza in Torino-Fiorentina.

Dopo varie partite in cui chi entrava dalla panchina della squadra viola scompariva e non riusciva mai ad incidere, se da una parte Gerson ha influito soprattutto in negativo con pochissimi palloni giocati e un grande errore che ha rischiato di far segnare Iago Falque, dall'altra l'inserimento di Giovanni Simeone ha permesso alla Fiorentina e al Cholito di sfruttare quegli spazi che per forza di cose si sono creati nella difesa del Torino, complice anche l'uscita di Nkoulou non al meglio fin dall'inizio.

Posto che il cambio di Dabo all'88' è servito semplicemente per provare a gestire il risultato, merita fermarsi un attimo sull'entrata in campo di Simeone.

Era probabilmente tra i giocatori più attesi della partita, perché in molti si chiedevano come avrebbe potuto reagire alla decisione di schierare subito titolare Muriel al suo posto. E il Cholito - che ancora deve fare grandi passi in avanti per diventare un bomber come dimostra lo stesso tiro sbagliato da cui poi è scaturito il gol di Chiesa - ha risposto presente, riuscendo a farsi 50 metri palla al piede e ad avere la lucidità di fermarsi in area con una finta prima di concludere col destro, poi respinto da Sirigu sui piedi di Chiesa.

Sintomo che - sebbene ci sia ancora da lavorare - Simeone può vivere in maniera sana la competizione con Muriel, apparso come preventivabile e per colpe non solo sue un po' avulso dal gioco.

Adesso starà a Pioli riuscire a gestire la convivenza di un reparto offensivo che, se ben utilizzato, può dare grandi soddisfazioni al tecnico emiliano e alla Fiorentina.