.

SIMEONE, QUOTA 100 E UN PRESENTE CAPOVOLTO

di Giacomo A. Galassi

Chissà se si era immaginato così la sua presenza numero 100 in serie A, Giovanni Simeone, quella sera dell'agosto 2016 in cui si presentò a Careggi per le visite mediche dopo una trattativa tra Fiorentina e Genoa durata più di qualche giorno.

100 non è un numero come gli altri, vuoi per il significato mistico del numero (gli antichi lo consideravano numero perfetto in quanto quadrato di 10), vuoi perché in tempi di pensioni la quota 100 ha assunto un significato diverso e sempre più importante. Di sicuro c'è che di queste 100 presenze 65 ne ha fatte con la maglia viola indosso, e per il Cholito può già essere tempo di bilanci. Anche perché dopo gennaio il suo mondo in viola si è capovolto, con l'arrivo di Muriel e le presenze in panchina che sono aumentate a dismisura.

Bilanci che non possono prescindere dalla cifra e dalle aspettative con le quali il figlio di Diego (Cholo che questa sera sarà impegnato contro la Juventus) è arrivato a Firenze ormai più di un anno e mezzo fa. Quei circa 15 milioni più bonus spesi per lui e quel ruolo da protagonista ritagliato nella rosa di Pioli fanno valutare in modo diverso il momento di Simeone. Già, perché ritagliarsi un ruolo da subentrante non può essere abbastanza e il primo a saperlo è lo stesso giocatore, sempre motivato a fare meglio.

Nel post celebrativo delle 100 presenze in Serie A, Simeone ha sottolineato proprio quella voglia di continuare a crescere e a lavorare ogni giorno, l'unico modo per essere certi di aver dato tutto. Firenze continua ad aspettarlo, ma per il Cholito è arrivato il momento di cominciare davvero a decidere le partite e le sorti della propria squadra.