SLIDING DOORS

Vi siete mai posti la classica domanda “come sarebbe andato se…”, tentando di immaginare come sarebbero andati fatti, eventi e situazioni se solo vi foste comportati in maniera totalmente diversa? Probabilmente questa particolare sensazione - chiamata comunemente “Effetto Sliding Doors” - la staranno provando quei tanti tifosi viola che credevano (ed in parte speravano) che a seguito di una debacle contro il Bologna, la Fiorentina avrebbe preso la decisione di esonerare Paulo Sousa, scegliendo come suo sostituto l’uomo più richiesto dalla piazza, la persona che i ben informati dicono essere il prescelto a guidare la Viola a partire dalla prossima stagione: Stefano Pioli. 

Quello stesso Stefano Pioli che oggi (o almeno nelle prossime ore) sarà a Milano per firmare il suo nuovo contratto con l’Inter (fino al 2018), che dopo un’estate milionaria, vissuta tra ambizioni dal sapore Champions e dimissioni al photo-finish, si ritrova ad inizio novembre relegata al 12° posto in A, ultima nel gironcino di Europa League e con la mannaia del fair-play finanziario pronta ad abbattersi in caso di mancata qualificazione alla prossima coppa dalle grandi orecchie. E con in più, adesso, un allenatore esonerato dopo appena tre mesi che aveva appena imparato a mettere insieme tre parole in italiano. Non male come scenario. 

Ecco, come sarebbe potuta andare alla Fiorentina l’avventura di Pioli se per pura disgrazia sabato scorso, al termine di un ipotetico ko al Dall’Ara, la Fiorentina avesse voluto dare un segnale forte alla piazza, decidendo di cambiare la propria guida tecnica? Cosa sarebbe accaduto? C’è chi obietterà (magari giustamente) che nelle intenzioni di Cognigni e Corvino non è mai passata per la testa l’idea di cambiare allenatore in un momento così delicato, mentre di certo qualcun altro già adesso inizierà a domandarsi da chi ripartirà la Fiorentina dell’anno prossimo con un Sousa che potrebbe lasciare ed un Pioli ormai “bloccato” dall’Inter? Effetto “Sliding Doors”: come sarebbe andata se…?