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SOCIAL DILEMMA

di Tommaso Loreto

E' un po' la tendenza figlia dei tempi, una dinamica ormai quotidiana e rivolta a tutto e tutti, figuriamoci se il calcio poteva far eccezione. Il social dilemma è l'argomento principale di un documentario che di recente sta facendo incetta di visualizzazioni, e al di là della teoria che favorirebbe una connessione costante è l'immediatezza dei giudizi che rappresenta il fil rouge della faccenda, anche in ambito sportivo.

Perchè nonostante la Fiorentina venga da appena 180 minuti nella nuova stagione sul banco degli imputati non c'è possibilità di riscatto, e almeno a giudicare dalle reazioni più diffuse Dusan Vlahovic è il primo colpevole di una sconfitta certamente bruciante ma pur sempre ricca di indicazioni positive. Gli errori del serbo risultano per forza decisivi nel 4-3 finale rimediato dall'Inter ma in una valutazione un minimo più obiettiva andrà tenuto di conto il poco tempo a disposizione per riuscire a incidere. A Milano come in precedenza, tanto da pensare che forse l'esperienza in prestito sarebbe potuta essere preferibile. 

Quel che sembra mancare a Vlahovic, in altri termini, è la serenità conseguente a un carico di fiducia, perchè se è vero che la Fiorentina l'ha tolto dal mercato è altrettanto vero che negli ultimi mesi gli spazi si sono progressivamente ridotti per gli arrivi di Cutrone e Kouamè. Il numero 9 è lentamente ma inesorabilmente scivolato nelle gerarchie e la pressione di dover colpire alla prima occasione lo ha reso troppo morbido, persino distratto come avvenuto sul gol vittoria di D'Ambrosio. Niente d'inedito, tanto più alla sua età. 

Una parziale giustificazione che non basta ai più critici, perplessi anche dai cambi di Iachini (la maggior parte obbligati) tralasciando gli oltre 80 minuti di gioco spumeggiante mostrati dalla sua squadra. Anche il tecnico ha certamente di che recriminare per il risultato finale, ma presentarsi a San Siro al cospetto della principale concorrente della Juve collezionando palle gol era tutt'altro che scontato, e nel percorso di crescita avviato da Iachini dal suo arrivo trame e atteggiamento mostrati contro i nerazzurri sono un bel segnale per cominciare il campionato. 

Logico che le regole del gioco, di qualsiasi gioco, siano ormai queste, altrettanto che un singolo gesto possa fare la differenza tra essere elevati a campioni o bollati come bidoni. Molto meno comprensibile che ad appena due giornate dal via tutto il progetto tattico di Iachini sia da buttare come qualche singolo, tanto da pensare che una soluzione possa semplicemente risiedere a metà strada. In un punto non ben precisato tra le responsabilità del tecnico e le alternative in rosa da pescare a partita in corso (assai lontane da quelle a disposizione di Conte sabato sera) e tra le potenzialità tecniche di un attacco che avrebbe assoluto bisogno di un innesto d'esperienza dal mercato.