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SOGNARE IN GRANDE, PERCHÉ NO? YES WE KEAN!

di Tommaso Loreto

Lasciateci sognare, non capita tutti i giorni di essere secondi in classifica dopo 5 vittorie consecutive in campionato e una valanga di numeri record. La scia di entusiasmo che si lascia dietro la Fiorentina dopo la cinquina di partite giocate tra una sosta e l’altra sarà analizzata durante il break fondamentale per ricaricare le pile, ma intanto è bello essere appassionati delle vicende viola, e non esistono ragioni per non alimentare un ottimismo comunque legittimo.

I bilanci possono aspettare – E’ vero che se n’è già andato in archivio un terzo della stagione, ma è altrettanto vero che complice il mercato di gennaio, e le coppe europee, è ancora imprevedibile la piega che può prendere la stagione, dunque perché tarpare le ali dell’immaginazione? La mera cronaca sportiva (almeno quella della classifica) racconta meglio di qualsiasi altra valutazione il momento magico dei viola, e di fronte a qualcosa d’imprevedibile come l’exploit autunnale degli uomini di Palladino tanto vale lasciarsi andare.

Yes we Kean – E allora in redazione ci siamo voluti lasciar andare, mischiando per una volta testa e pancia e certamente abbandonando quel filo di cautela che è sempre giusto avere, tranne quando sognare diventa un obbligo. In fondo, ancora oggi, qui ed ora, questa Fiorentina ha tutto per sognare d’inseguire un traguardo impensabile (e impronunciabile): un grande portiere, la terza difesa del campionato, un centrocampo di qualità, elementi importanti destinati al rientro come Pongracic, Cataldi e Gudmundsson e soprattutto un bomber implacabile che sta scatenando inevitabili paragoni con i migliori centravanti della storia viola.

Se è vero che certi successi vanno prima immaginati per poi essere concretizzati, se è vero che solo chi sogna in grande realizza grandi obiettivi, perché non crederci anche solo durante le piacevolissime ore che ci attendono senza campionato? Magari senza urlarlo ai 4 venti, d'accordo, ma certamente sussurrando con convinzione che sì, “yes we Kean!”