SOUSA, DOMANI CI VUOLE IL GOL. TIFO FONDAMENTALE. SALCEDO...
Queste le parole di Paulo Sousa, allenatore della Fiorentina, nella consueta conferenza stampa della vigilia per la gara di Europa League tra i viola e il Borussia Moenchengladbach:
Sull'essere pronti domani sera: "Lavoriamo per esserlo sempre. Sappiamo la loro importanza. All'andata, in quello stadio, ci hanno fatto sentire la loro energia. Sicuramente essere in casa ci dà il 20/30% in più. Vogliamo farlo tutti insieme: superarci per un'altra impresa. Questa è una squadra costruita per la Champions, che sta facendo molto bene e ci ha messo in difficoltà nel primo tempo".
Sul cosa può aggiungere l'esperienza del mister: "Importante sono determinazione e convinzione nei mezzi. Ci vuole un'attitudine propositiva, e non di stare ad aspettare. C'è da tirare fuori tutto ciò che abbiamo. E come ha detto Carlos ci vuole concentrazione: oltre alle scelte individuali ci sono scelte collettive, che possono essere anche lontane dal centro del gioco, dalla palla".
Sul passo indietro con il Milan: "Sì, dal punto di vista del risultato lo è stato. Noi allenatori prendiamo in considerazione tutto, prendendo decisioni prima. Voi analizzate, ma dopo aver saputo il risultato. Dopo poco tempo da una partita intensa in Germania siamo andati a Milano, dove siamo stati superiori e abbiamo provato a vincere. Quando giochi per vincere può succedere di tutto, noi purtroppo abbiamo perso".
Su un invito ai tifosi per domani sera: "In confronto ad altre piazze i nostri saranno in buon numero. L'unità e la spinta dei tifosi è fondamentale per qualsiasi traguardo. Noi abbiamo capito l'importanza di quello che il tifo può dare in più. Spero che ci siano, perché sono importanti".
Sul come si affronta una partita come quella di domani: "Strategicamente cambieremo qualcosa. Soprattutto nell'organizzazione difensiva, che però nel secondo tempo in Germania è migliorata. Crediamo tantissimo in questo lavoro che stiamo facendo. A livello offensivo dobbiamo essere veloci nella circolazione. Abbiamo un piccolo vantaggio e c'è da trovare il momento giusto per verticalizzare il nostro gioco. Il Borussia è molto intenso, e lavora molto individualmente e settorialmente, tenendo corte le distanze tra i reparti. All'inizio, all'andata, abbiamo concesso ai nostri avversari più tempo per attaccare. Stavolta deve andare al contrario. Dobbiamo giocare per vincere, e non gestire il vantaggio. Giocare per andare a fare gol".
Sulle altre squadre nella competizione: "Chi passa può andare molto avanti. Poi servirà anche fortuna nei nostri confronti. Ricordo una finale di Champions Porto-Monaco che hanno dovuto superare una serie di scontri diretti per arrivarci".
Sul voler riallacciare i rapporti con il tifo: "Quello è sempre uguale: vinci e sei vicino, perdi e ti allontani. È così. Lavoriamo per onorare al massimo la nostra maglia e vincere ogni partita. Sono concentrato su ciò che posso controllare".
Sull'importanza delle prossime partite: "Per chi vuole vincere, la pressione deve esistere sempre. Dobbiamo concentrarci su ciò che possiamo controllare. In ogni gara vogliamo fare il massimo dei punti e domani giocheremo per andare avanti, con tutte le pressioni della partita. Abbiamo avuto già un confronto e li conosciamo. Siamo chiamati a fare la partita perfetta per andare avanti, grazie all'aiuto dei nostri tifosi".
Sugli errori di concentrazione: "Li andiamo a vedere e lavoriamo sul campo per correggerli. Poi ogni partita è diversa, e il momento ti fa prendere decisioni differenti. Davanti abbiamo avversari in grado di crearci questa complessità. Non cerco di spostare il problema prendendo decisioni che facciano felici alcuni. Io prendo le decisioni per migliorare la squadra e cercare di vincere. Dopo la partita di Milano ho sentito di un errore nella decisione di Salcedo. Per me la scelta era corretta: avevamo contro un giocatore in forma come Suso, che non ci ha creato difficoltà. È riuscito a fare quattro cross. Io capisco la vostra analisi, che arriva dopo, ma io non devo far felici gli altri, bensì vincere la partita".
Sul fastidio a proposito delle domande sul futuro: "Non mi dà fastidio. Sono trent'anni che sono nel mondo del calcio e tutte queste cose fanno parte di ciò. I ragazzi sono professionali, e io come leader spingo al massimo i ragazzi per avere il massimo singolarmente e collettivamente da loro".