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#SOUSASTAISERENO

di Andrea Giannattasio

Se non fosse che non siamo in ambito politico, potremmo anche in questa occasione sdoganare l’hashtag di renziana memoria #Sousastaisereno. Un avvertimento apparentemente conciliante che fu di lì a poco abiurato (era il gennaio 2014) ma che da qualche tempo è anche il mantra che in questi giorni viene recitato da più parti all’interno della sede della Fiorentina. La sfida di domani contro l’Atalanta infatti, indipendentemente da quello che sarà l’esito finale, non dovrebbe andare ad incidere sul futuro di Paulo Sousa a Firenze in questi ultimi due mesi e mezzo di (faticosa) convivenza. 

Del resto in casa viola, l’ipotesi di una sconfitta è stata già messa in preventivo (l’Atalanta arriva da quattro successi consecutivi e, in caso di ko del Napoli oggi a Roma, potrebbe anche appaiare i partenopei al 3° posto con un successo ai danni dei viola) ma società e tecnico si aspettano in ogni caso una reazione dopo la seconda rimonta nel giro di quattro giorni che ha prima estromesso Firenze dall’Europa e poi l’ha condannata in modo definitivo all’anonimato di classifica di questa stagione.

Sousa dunque, almeno a parole, non rischia nulla. Anche in caso di debacle, anche nel caso in cui sul piano del gioco la squadra dovesse ripetere un altro secondo tempo da encefalogramma piatto, esattamente come avvenuto contro Borussia e Torino. E questo nonostante una telefonata che Pantaleo Corvino - raccontano le voci di corridoio - avrebbe già fatto all’indirizzo di Edy Reja che si sarebbe peraltro detto onorato di poter allenare la Fiorentina per le ultime 11 partite di campionato, assumendo il ruolo di traghettatore. Sousa dunque può stare sereno. Forse.


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