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SPACCATA

di Tommaso Loreto

Firenze si spacca. Così, tutto d'un botto. Nei messaggi alle radio, sui blog, nel web. Ma anche nei bar, nei ritrovi dei tifosi, nei campi di calcio dove ci si allena immaginando di essere professionisti. In una calda giornata settembrina si sveglia ancora ebbra dei brindisi notturni con la Samp e si accorge che qualcosa è cambiato. Ora dopo ora. Notizia dopo notizia. Comunicato dopo comunicato. Il C.d.A. dalle bocche cucite, con i cronisti al seguito tenuti a debita distanza, che in videoconferenza conferma le dimissioni del Presidente Andrea Della Valle. Funzioni che passano al vice-presidente Mario Cognigni che, però, di fatto presidente non diventa. Una sorta di soluzione temporanea a fronte della pausa di riflessione (espressione che di per sè già mette i brividi...) della quale Della Valle parlerà, più tardi, nella lettera ai tifosi. E un'apertura, nuova, decisa, importante davanti alle risposte del Comune sulla Cittadella. Un regalo per tutta la città. Che non costerà ai fiorentini. Che autofinanzierà la Fiorentina, e che comporterà grandi investimenti. Ma nell'addio di Andrea Della Valle, o nel semplice arrivederci come del resto ci auguriamo, c'è anche la denuncia di una mancanza di fiducia e convinzione nel progetto.

Una lettera a cuore aperto, quella di ADV a Firenze. Nella quale riconosciamo la purezza dei sentimenti che più volte abbiamo visto trasparire nel commento di una vittoria, o nell'intervenire su qualche polemica. Ma anche una lettera che porta con sè inevitabili dubbi. E proprio su questi Firenze si spacca. Lo fa tra chi non ha mai messo in dubbio la bontà del progetto, e chi, semplicemente e com'è anche giusto che sia, ha preferito esprimere le proprie perplessità. Sul mercato, o su quant'altro. Ma, e qui sta il grande interrogativo, sono proprio gli ultimi la minoranza che fa più rumore. Perchè a fronte di un ambiente comunque compatto e convinto di quanto la Fiorentina possa crescere con i Della Valle (non è stato detto, ma 20.000 abbonamenti di questi tempi hanno il loro valore, così come lo stadio di mercoledì sera che ha fatto finta di non aver visto la partita con la Roma) finisce che le "contestazioni" dei meno rompano il rapporto fra il presidente e la sua tifoseria. Possibile che qualche voce polemica in più rispetto agli scorsi anni possa bastare a doversi allontanare così?

La Firenze che in categorie mai conosciute si riversava nei campetti. La Firenze che durante il terremoto di Calciopoli scendeva in piazza (e sui binari) per difendere un nome. La Firenze pronta a diventare un modello di civiltà allo stadio in virtù di quel paventato addio dei Della Valle in occasione di eventuali fatti di violenza. La Firenze che ancora oggi (nonostante qualche dubbio, qualche scritta sui muri, qualche parola di troppo in tribuna) ha seguito incollata alle radio il Consiglio Comunale di lunedì tirando un sospiro di sollievo all'idea (stando alle parole) di poter fare la Cittadella. La Firenze che, di fatto, tutto ha vissuto in questi anni fuorchè una contestazione (chiedere ai Pontello per maggiori informazioni) oggi si spacca. E, di certo, si fa qualche domanda all'inizio di una stagione mai così difficile da decifrare. Con tutte le raccomandazioni del caso a Corvino e Prandelli.