.

SPECCHIO DEI TEMPI

di Tommaso Loreto

Lo specchio dei tempi è segnato con caratteri appariscenti sul tabellone del Franchi a fine partita: Fiorentina 2, Roma 4. Che i giallorossi fossero più attrezzati si sapeva, dunque c'è anche poco stupore nell'ammettere la sconfitta. Perchè gli organici sono tra loro parecchio lontani, e perchè basterebbe considerare il monte ingaggi della Fiorentina (più o meno 1/3 di quello della Roma) per rendersi conto di quale squadra viola abbia affrontato i giallorossi.

Sono ormai andate le squadre che se la giocavano alla pari contro l'eterna seconda del campionato italiano (almeno nell'ultimo lustro) ed è chiaro come ieri i valori in campo siano emersi. Con un primo tempo di Simeone e compagni ammirevole, ma con una ripresa alla lunga estenuante. Se qualche dubbio può sollevarsi per una condizione fisica inferiore a chi aveva giocato in Champions, sul resto è difficile recriminare.

E' specchio dei tempi la rosa a disposizione di Pioli, che quando va a pescare in panchina fa quel che può. E' specchio dei tempi, e dei paletti sugli ingaggi, il mercato di Corvino che già divide tra attendisti e più propensi al processo di colpevolizzazione. Ed è sempre specchio dei tempi come col passare del tempo, nei novanta minuti di ieri, sia emerso il più alto tasso qualitativo giallorosso, fosse solo perchè chi è entrato si chiama Strootman o Perotti.

Ma è specchio dei tempi anche il dato finale di poco superiore ai 25.000 spettatori, che include 7.000 biglietti venduti oltre gli abbonamenti, per una sfida fino a pochi anni fa da sold out. Con il supporto incessante di 2.500 sostenitori giallorossi e una tifoseria viola ammutolita da acquazzoni scontabili in giornate a seguire di raffreddore (se va bene). Un paradosso, quello dello stadio sotto l'acqua, come minimo anacronistico nel 2017. Il tutto mentre la proprietà, contestata, non si vede e dello stadio nuovo si parla più o meno solo in ottica di nuovi slittamenti temporali.

Specchio dei tempi una dimensione molto più dimessa di questa Fiorentina che non appena ha infilato tre vittorie consecutiva si è rattrappita. Uscendo di testa a Crotone e piegandosi al maggior spessore della Roma, abbandonando - per il momento - qualsiasi sogno di gloria europeo. Una domenica grigia come il cielo plumbeo, specchio di un'annata che non è certo pregiudicata a metà novembre ma che porta già con sé una pesantezza non indifferente.