SPECIALE FV: I “RISCHI” DELLA DISCRIMINAZIONE TERRITORIALE
Discriminazione Territoriale. E' questo l'argomento più in voga nell'Italia del pallone in queste ultime ore. Gli ultras di Inter, Juventus e Milan si sono stretti in un'alleanza alquanto insolita, con quelli di Napoli, Verona e di altre società di serie A che stanno seguendo la vicenda con particolare attenzione in attesa di sviluppi. Nessuno però pensa a quali potrebbero essere i rischi, all'esterno degli stadi, in caso di chiusura di un solo settore e non dell'intero impianto. In questo campionato, dopo appena 7 giornate, le curve di Lazio, Roma, Milan e Inter hanno già pagato, con il loro settore rimasto chiuso nelle rispettive gare contro Udinese, Verona, Fiorentina e Sampdoria, ma dopo i cori contro il popolo napoletano, allo Juventus Stadium, il Milan si è visto imporre la chiusura di San Siro.
Come sappiamo bene, alla ripresa della serie A, la Fiorentina sarà impegnata nella gara contro la Juventus all'Artemio Franchi per quella che senza dubbio sarà una gara in cui il tifo gigliato non si riguarderà nei cori anti-bianconeri. Se la norma dovesse rimanere invariata è dunque molto probabile che la curva Fiesole venga chiusa per la partita successiva quando a Firenze arriverà il Napoli di Rafa Benitez. In questa stagione i tifosi partenopei hanno sempre seguito in massa la squadra in trasferta e verosimilmente dovrebbero fare lo stesso anche il prossimo 30 ottobre nel capoluogo toscano. Cosa accadrebbe all'esterno del Franchi se tutti i settori dello stadio fossero aperti e la Fiesole chiusa? Il tifo organizzato viola seguirebbe, con ogni probabilità, la squadra da fuori e il rischio sarebbe quello di un contatto tra le due tifoserie, con gli spettatori degli altri settori che potrebbero trovarsi di fronte molti tafferugli nelle vie adiacenti allo stadio.
Ecco perché questa norma potrebbe comportare diversi problemi di ordine pubblico, per una regola che a parere di molti viene reputata assurda. Gli sfottò tra tifosi ci sono sempre stati, il razzismo è un'altra cosa, e in fondo, per certi aspetti, il bello del calcio è anche questo. Gli striscioni ironici, i cori volti al campanilismo e quelli di scherno nei confronti delle avversarie, non possono rappresentare una minaccia superiore al possibile contatto fisico tra i gruppi organizzati fuori dagli impianti di serie A. Tra poche ore è atteso l'esito del ricorso del Milan contro la chiusura di San Siro, e proprio questa sentenza potrebbe far tornare tutto come prima. In caso di annullamento della squalifica infatti, si creerebbe un precedente e a quel punto tornerebbe ad essere, giustamente, punito, solo il razzismo vero e proprio. Intanto però i rischi che derivano dalla famigerata discriminazione territoriale sembrano essere ben più gravi dei vari cori delle curve, e forse, qualcuno dovrebbe iniziare a pensare che cosa potrebbe succedere fuori dai nostri stadi.