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SQUADRA CHE VINCE, SI CAMBIA

di Matteo Sestini

Il nuovo vestito ''tattico'' della Fiorentina, per il girone di ritorno del campionato, sarà quasi certamente uno tra il 4-3-3 ed il 4-2-3-1. Due moduli diversi, ma anche facilmente intercambiabili. Tutto grazie alle ali che possono spingersi fino quasi ad affiancare il riferimento offensivo ed al movimento ''a pendolo'' del trequartista centrale, pronto all'occasione a dare manforte alla linea mediana. Non è ancora chiaro se e quando Paulo Sousa attuerà questa rivoluzione tattica, ma il tecnico viola sta provando in allenamento con continuità queste due soluzioni ormai da diverse settimane.

Il cambio di modulo non sarebbe uno shock per il centrocampo (il reparto è composto a due anche nel 3-4-2-1) e neanche per l'attacco, ma la vera rivoluzione riguarderebbe la difesa con il passaggio dalla linea a tre a quella a quattro. Una difesa solida ed affidabile, eccezion fatta per alcune singole gare ed al netto di sporadici errori individuali, sulla quale potrebbe essere difficile andare ad operare, minando equilibri tattici, affiatamento e sicurezze consolidate all'interno del reparto. La Fiorentina ha una coppia di terzini sinistri, Alonso e Pasqual, e gli altri difensori (Astori, Gonzalo, Roncaglia e Tomovic) sono tutti centrali. Proseguono le trattative per De Maio e Mammana, anche loro centrali difensivi. Quindi dovrebbe essere uno tra Roncaglia e Tomovic ad adattarsi al ruolo di terzino destro, dato che i viola al momento non sembrano aver messo nel mirino un giocatore per colmare questa lacuna nel corso dell'attuale finestra di mercato.

L'unica incognita che potrebbe sorgere riguardo la linea dei tre trequartisti alle spalle di Kalinic o Babacar è quella del turnover. Sousa ha a disposizione moltissime alternative sia sugli esterni, grazie all'arrivo di Tello, che al centro, in virtù degli innesti di Tino Costa, Zarate e della polivalenza e intelligenza tattica di Borja Valero. Dare spazio a tutti senza generare malumori potrebbe essere più complesso del previsto, ma la gestione delle risorse umane e della tenuta psicologica del gruppo è una delle doti migliori dell'allenatore portoghese. Tante incognite, qualche rischio ed equilibri tecnici e di spogliatoio da salvaguardare. Cambiare appare tuttavia quasi una necessità, dato che il calcio espresso dalla Fiorentina nel girone di andata pare essere stato studiato ed assimilato degli avversari. Squadra che vince si cambia, per continuare a sorprendere e divertire. Per restare lassù, dove osano le aquile (viola).


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