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STADIO, Franchi: ora la questione diventa politica

di Stefano Prizio

Oggi, San Zotico di Costantinopoli( che divide la festa sul martirologio romano col più noto San Silvestro), il bellissimo 2023 della Fiorentina si chiude presagendo un 2024 di grandi soddisfazioni sportive. Eppure al centro dell’attualità s’impone prepotente la polemica sul dove giocherà la squadra di Italiano per un lungo tempo a venire, al Franchi infatti ci saranno i lavori e giocare in un cantiere aperto per il rifacimento dello stadio sembra ad oggi un’ipotesi remota. Infatti è da tempo iniziato il balletto degli stadi alternativi, un giochino teso a terrorizzare la pubblica opinione viola con destinazioni sempre più astruse e lontane. Poi recentemente c’è stato il j’accuse di Joe Barone all’amministrazione fiorentina e in generale al centrosinistra toscano e italiano, una dichiarazione non esattamente sfumata su chi siano i  responsabili di questo disagio annunciato, a stretto giro di posta Palazzo Vecchio ha reagito innescando un botta e risposta per nulla rasserenante sulle previsioni che si trovi a breve una soluzione ragionevole e soddisfacente. Tempo fa era spuntata  l'ipotesi Padovani( costruire un impianto provvisorio laddove è storicamente il campo da rugby), soluzione  che appariva ragionevole e percorribile con una ripartizione delle spese tra club e comune, una capienza accettabile( circa 15.000 posti). Tuttavia la soluzione è poi  tramontata per motivi forse di puntiglio sulla ripartizione dei costi che pure erano di qualche milione di euro complessivo, nulla di ingente per un club importante come quello viola, di proprietà di un uomo da 7 miliardi di dollari.

Adesso alla Fiorentina cadono dal pero, manifestando sorpresa perchè la vicenda non è risolta, quando le ipotesi di soluzione, come il Padovani, sono state lasciate cadere scientemente.

Adesso è bagarre e la politica, in vista di un 2024 foriero di elezioni, europee e comunali,  usa la vicenda del Franchi per alimentare la guerra per bande che è ormai divenuto il confronto dialettico tra i partiti. Col giochino che è sempre lo stesso: il paladino viola sono io gli altri sono cattivi e  non amano la Fiorentina. In mezzo il popolo bue che muggirà pure, ma vota  e viene tirato di qua e di là affinchè scelga questo o quel partito nella cabina elettorale. Sul dove  finirà per giocare davvero la Fiorentina, terrorismi vari a parte è calato un silenzio gelido e ignaro, è probabile che la soluzione verrà procrastinata fin dove possibile, salvo intervenire infine con la solita soluzione d’emergenza all’italiana, probabilmente a spese di Pantalone.