STEP BY STEP
"Ci vuole calma e sangue freddo" cantava il dimenticato (non a torto) Luca Dirisio qualche anno fa. Ci vuole tanta calma e tanto sangue freddo cantavano stamattina i neo direttori della Fiorentina. A destra Pradé, direttore sportivo, a sinistra Macia direttore tecnico, al centro Cognigni, presidente esecutivo. Gli stati generali insomma. La testa della società al completo visto che a fianco, defilato e nell'ombra, c'era anche l'amministratore delegato Mencucci. Pradè e Macia tra le tante risposte hanno parlato anche di mercato e di allenatore, due argomenti base, fondamentali per la costruzione della squadra. E ciò che ne è venuto fuori è calma e sangue freddo appunto. Adesso, parole di Pradé, la priorità è l'allenatore, poi e di conseguenza il mercato, i giocatori e la rivoluzione.
Si partirà dunque con la scelta del tecnico. Ranieri, notizie di questa mattina, non è più in pole position nonostante gli ottimi rapporti - confermati anche stamattina - tra lui e Macia e Pradé. Ad uno che se ne va uno arriva: questo è il periodo di Vincenzo Montella che Pradè ha avuto alla Roma al più tardi di dodici mesi fa. Lo stesso neo ds ha però ammesso che la trattativa non è per niente facile visto che l'ex areoplanino è sotto contratto col Catania. Particolare di una certa rilevanza. Zeman poi rimane defilato, per il boemo le soluzioni più probabili sono quelle che lo porterebbero a Roma senza tralasciare poi l'ipotesi che resti a Pescara. Montella allora resta in questo momento l'indiziato numero uno, vuoi per la grande stagione di Catania vuoi perché tra lui e Pradè c'è un grande rapporto.
Soltanto dopo la scelta dell'allenatore si andrà a valutare la rosa e in definitiva chi partirà e chi resterà. Pradè, anche in questo caso, è stato piuttosto chiaro: prima si valuteranno i giocatori già in Fiorentina, poi, sulla base delle cessioni, si andrà a fare mercato. Dunque prima gli esuberi poi gli acquisti salvo che per il ruolo dell'attaccante. Lì, come ammesso dall'ex Roma, occorrerà creare ex novo. "Serve uno che la butti dentro" ha detto il direttore, e i nomi che si fanno ad oggi sono quelli del redivivo Mounir El Hamdaoui, di Luuk De Jong e di Bas Dost. Tutte punte targate Eredivisie.
Ci sarà poi da valutare il discorso Ljajic, a parte da tutto il resto. "Su Ljajic occorrerà fare un discorso importante con la proprietà" ha continuato Pradè. Tradotto: il serbo verrà giudicato per ciò che è successo con Delio Rossi, soltanto allora si potrà capire se potrà essere ancora un giocatore viola o se potrà essere usato come pedina del mercato. Dulcis in fundo Jo-jo Jovetic. "E' un giocatore pazzesco. Noi lo vogliamo come base per il futuro però dipende tanto dalla sua volontà e dal mercato". Ecco, se proprio si deve parlare di priorità: ok l'allenatore, ok le cessioni ma nel mezzo mettiamoci anche una bella chiacchierata con Stevan; perché un pronti via con la cessione del montenegrino sarebbe un autogol da fantascienza del calcio. Allora ben venga il procedere per gradi, step by step con calma, l'allenatore e tutto il resto, ma ricordiamoci anche delle sole eccellenze che la Fiorentina ha e che hanno anche un nome e un cognome: Stevan Jovetic, Valon Behrami e Matija Nastasic. Una chiacchierata con loro e, soltanto poi, con tutti gli altri.