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STILE FIORENTINA

di Stefano Borgi

C'era una volta un calcio pulito. Un calcio fatto di valori, di ideali, dove tutti partivano da 0-0. E spesso vinceva il più bravo. Dove una stretta di mano valeva più di qualsiasi firma, di qualsiasi contratto. Ancor prima c'era stato un signore di chiare origini francesi, Pierre de Coubertin, che predicava... "L'importante non è vincere, ma partecipare". Questo signore (non a caso un barone) ha inventato le Olimpiadi moderne. Preistoria dite? Può darsi. Però attenzione, meno lontana di quanto pensiate. Oggi tutto questo non c'è più. Anzi, oggi c'è un signore come Dimitar Berbatov che agisce impunito, sfrutta gli altrui biglietti, va dove lo porta... il portafoglio. Ahimè, è il classico prodotto di questi tempi. Fu poi coniato (con quale coraggio non sappiamo...) lo "stile Juventus". Se ne parlava ai tempi di Agnelli e Boniperti, quando Roma e Fiorentina si videro "scippare" due scudetti sacrosanti, quando Roberto Baggio fu portato "obtorto collo" a Torino, quando una coppa Uefa fu assegnata prima ancora di essere giocata. Quando qualcuno osò esultare, fare un giro di campo brandendo una coppa, col silenzio sugli spalti di 39 tifosi bianconeri. Se ne parlava negli anni '90, quando la "triade" Moggi-Giraudo-Bettega rinchiudeva gli arbitri negli sgabuzzini, "dopava" il mercato e condizionava le carriere di calciatori ed allenatori. Finchè la scure di Calciopoli non ha reso (almeno un pò...) giustizia. Qualcuno vorrebbe se ne parlasse ancora oggi, di un nuovo stile Juve griffato dalla "nouvelle vague" degli Agnelli, del rampante Marotta, dello scarsocrinito (e tutt'ora squalificato) Antonio Conte. Ci dispiace, ma pur con tutta la buona volontà non ce la facciamo proprio. Non dopo oggi, non dopo l'ennesima scorrettezza, sgarbo, bassezza, che sfocia nella vergogna. Che poi è tornata indietro come un boomerang (forse da lassù è intervenuto qualcuno?) ma che assolutamente non cambia il nostro giudizio.

STILE FIORENTINA - Stasera preferiamo parlare di "Stile Fiorentina". E lo facciamo con orgoglio, perchè questo è anche il nostro stile. Quello di Firenze e dei fiorentini. Preferiamo parlare di una società che emette un comunicato ufficiale e lo conclude così: "siamo felici che non sia venuto alla Fiorentina (ovviamente riferito a Berbatov ndr.) Non meritava la nostra città e la nostra maglia e i valori che essa rappresenta". Chapeau (come avrebbe detto De Coubertin), sottoscriviamo in pieno. Preferiamo parlare di una società che osserva le regole, che rispetta il fair play finanziario, che fa piazza pulita di elementi che umiliano un onesto ristoratore della Val di Fassa. Che scrive sulle proprie magliette: "Save the Children". Preferiamo, infine, elogiare una proprietà che rifiuta 30 milioni rispettando le promesse, che abbatte le barriere dando fiducia ai propri tifosi, che paga regolarmente gli stipendi il 27 di ogni mese. Preferiamo parlare di un presidente (finalmente tifoso) che non ha paura di mostrare le proprie debolezze (leggi: una camicia sudata all'inverosimile) e dice... "Firenze va amata così com'è, ed io la amo". Preferiamo, addirittura, giustificare una dirigenza ingenua, forse inesperta, che commette (ne ha facoltà) degli errori. Che si fida di un "soggetto" di 32 anni al quale paga un aereo, manda un incaricato a prenderlo e se ne torna a casa con le pive nel sacco. Sissignori! Con lo "stile Fiorentina" forse non vinceremo gli scudetti, ma avremo sempre il coraggio di camminare (e giocare) a testa alta.

P.S - Riconosco l'uso privato di mezzo pubblico, ma vorrei scusarmi con quegli ottomila (e più) lettori che hanno avuto la bontà di scorrere: "Maggioranza bulgara" (Leggi qui), copertina di FV del 29-08-2012. Il mio paragone tra Bojinov e Berbatov, con plateale preferenza per il secondo, è stato smentito clamorosamente dai fatti. Errare è umano, speriamo di non perseverare...


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