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STRESS-TEST PER LA DIFESA: L'ATTACCO DELL'HELLAS FA PAURA

di Andrea Giannattasio

Se la partita di domani pomeriggio contro il Verona sarà un test importante per capire quante delle tossine accumulate dopo il ko al 91’ contro la Juventus siano state smaltite, il match contro Simeone e compagni si annuncia essere una prova di sforzo notevole anche per tutta la difesa della Fiorentina, punita a tempo quasi scaduto contro i bianconeri da una sfortunata autorete, al termine però di una prova generosa e pressoché impeccabile. Numeri alla mano, tuttavia, quello di Tudor è un attacco che fa davvero paura (molto di più rispetto a quello della Vecchia Signora), visto che i gialloblù si presenteranno al Franchi forti del miglior quarto reparto offensivo del campionato (52 reti, dietro solo a Inter, Lazio e Milan, con una media di 1.93 gol a partita) e con un Cholito in stato di grazia, reduce dalla tripletta messa a segno contro il Venezia e dal terzo posto in solitaria nella classifica cannonieri con 15 marcature.

I numeri della retroguardia viola, in tal senso, non sono molto incoraggianti. Se prendiamo in esame solo le gare di questi primi due mesi e mezzo del 2022 (otto partite, tra Serie A e Coppa Italia), la Fiorentina ha mantenuto la porta inviolata solo in due circostanze (ovvero contro il derelitto Genoa e poche settimane fa con l’Atalanta, che però si era presentata al Comunale con un attacco pressoché azzerato) e in quattro delle sei partite in cui Igor e compagni hanno subito gol, le reti avversarie sono arrivate negli ultimi 15’, ovvero nel momento topico della partita (è successo contro la Lazio, poi con lo Spezia, il Sassuolo e pochi giorni fa con la Juventus). Un mal di gol che, specie negli ultimi due impegni, ha privato i viola di punti preziosi e di sogni di gloria. Ecco perché domani, quando il classico ex di turno proverà a fare ancora male ai viola (Simeone ha già colpito quando vestiva la maglia del Cagliari e nel match d’andata si è divorato un gol a porta vuota) servirà la massima attenzione. Errare è umano, ma perseverare può essere diabolico.