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SUL PIÙ BELLO

di Dimitri Conti

Alla fine la Fiorentina non è riuscita neanche stavolta nell'impresa. A più di un quarto di secolo dall'ultimo successo dei viola in terra viareggina, la storia non si è ripetuta. Ed anzi la sconfitta gigliata è maturata in maniera inattesa, proprio quando la truppa di Bigica sembrava avere la situazione in pugno. Dopo un primo tempo non indimenticabile da ambo le parti, nella ripresa si sono accesi i toni della contesa: in appena diciotto secondi è infatti maturato il vantaggio dei viola, grazie alla sgroppata di Maganjic sulla destra e all'assist al bacio fornito per Sottil. Esultanza collettiva con stupenda dedica ad Astori (il momento ritratto nell'immagine).

Ma sin da subito si è capito che non sarebbe stata assolutamente così facile: l'Inter non si è data per vinta ed ha immediatamente risposto caricando a testa bassa. Passato qualche istante dal gol di Sottil, infatti, si è reso necessario un super Ghidotti per mantenere il risultato. Non sarebbe andata così bene fino alla fine per l'estremo difensore della Fiorentina. I viola hanno cominciato da lì ad accusare quello che in gergo viene definito braccino, ossia la paura di vincere che fa smettere di giocare con propositività. Ma sarebbe ingiusto ridurre tutto a questo: palese è stata infatti anche l'inferiorità dei viola a centrocampo, ad esempio.

Quindi, proprio sul più bello, sono maturate le condizioni per il ko. Bigica ha optato per un cambio conservativo nell'ultimo quarto d'ora, inserendo un centrale come Hristov al posto di un attaccante quale Maganjic, che era visibilmente stremato. Da lì la squadra gigliata ha finito con l'abbassarsi troppo, lasciando il campo agli avversari. E, come se non bastasse pochi attimi dopo il suddetto cambio è arrivato il pareggio interista. Da lì si la lancetta emotiva si è spostata totalmente a favore di Vecchi e dei suoi ragazzi, che nei supplementari hanno sfruttato la combinata horror della papera di Ghidotti sul gol del 2-1 e dell'espulsione di Pinto al termine del primo tempo supplementare. Impossibile a quel punto per i ragazzi di Bigica andare controcorrente: la Fiorentina si è dovuta così arrendere ad un secondo posto che non può non suonare come una sconfitta, pur con tutte le attenuanti del caso.