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SULLA STRADA GIUSTA

di Tommaso Loreto

E' una doccia fredda, gelata. Inutile girarci intorno perchè stavolta sembrava davvero essere quella buona. Per espugnare la piazza nerazzurra di Milano, e lanciarsi all'inseguimento in classifica. A venti minuti dalla fine, del resto, i viola erano in vantaggio e la squadra di Mazzari sembrava avere le idee ancora piuttosto confuse. Probabilmente perchè, nel primo tempo, al di là di qualche contropiede si era trovata schiacciata. In quel momento, tuttavia, la Fiorentina si è consegnata agli avversari, ha rinunciato al proprio gioco, ed ha abbassato la guardia. Un crollo con tutti i crismi del "braccino da tennista"

L'errore più che di presunzione è di pura ingenuità . Quasi che la squadra orfana di Gomez e Cuadrado e con alcuni singoli inevitabilmente in riserva (Aquilani o Rossi, al netto dei polmoni sconfinati di Ambrosini e Borja Valero) non avesse più le forze per restare lucida, serena. E così l'Inter ha alzato il baricentro, ha messo la testa avanti sfruttando qualche incertezza e poi ha raccolto il bottino pieno. Perchè Neto ha regalato un pallone all'attacco di casa che non ha perdonato, e Mati Fernandez ha tirato dritto su un pallone sul quale era in vantaggio.

Errori singoli, avulsi dal gioco e dai 70 minuti di grandissima personalità mostrati contro l'Inter. Non altro, per spiegare la sconfitta di ieri. Non presunti errori di Montella nei cambi, visto che poi dalla panchina il tecnico viola sta già pescando a piene mani, e tantomeno alternative da bollare come già deludenti (almeno non ora). Alonso e Ilicic, ad esempio, devono sicuramente crescere e fare di più, ma basta vedere quale metaformosi abbia vissuto negli ultimi tempi Joaquin per rendersi conto di quanti margini abbiano ancora i due sopracitati, esattamente come tutta la Fiorentina.

C'è tempo, in altri termini, per impare la lezione. Per capire come comportarsi quando si passa in vantaggio in uno stadio come il "Meazza" e contro una squadra come l'Inter. E ci sarà certamente tempo per recuperare Gomez e Cuadrado e sfruttare al meglio talune occasioni. Lo stesso Neto, sul quale di certo si sprecheranno giudizi opposti a quelli di Bergamo, ha tutt'ora tempo per lasciarsi alle spalle questa (seconda) uscita a vuoto. Il dibattito, infondo, è aperto già da luglio. Quel che resta, allora, è la prova di indubbio spessore. Ed è lecito perciò pensare che la Fiorentina sia sulla strada giusta. Anche se perdere ieri ha fatto imbestialire persino il più serafico, pacato e saggio dei tifosi.